“Il vostro rifiuto di ritirare i soldati dell’Unifil li rende ostaggi di Hezbollah“, ha dichiarato Benjamin Netanyahu ieri. La loro presenza “mette a rischio anche la vita dei nostri soldati”. Netanyahu ha anche affermato che le Forze di difesa israeliane avrebbero ripetutamente chiesto all’Onu di rimuovere le sue truppe dal Libano meridionale, ma avrebbero ricevuto ripetuti rifiuti. Per Tel Aviv questo fornirebbe “scudi umani ai militanti di Hezbollah”.

“Sfortunatamente, alcuni leader europei stanno esercitando pressioni nel posto sbagliato. Invece di criticare Israele, dovrebbero rivolgere le loro critiche a Hezbollah, che usa l’Unifil come scudo umano proprio come Hamas a Gaza usa l’Unrwa“, ha detto il premier israeliano nel videomessaggio.

Carri armati di Israele fanno irruzione nella base Unifil

Poco dopo la dichiarazione di Netanyahu, l’Unifil ha fatto sapere che tre plotoni di soldati dell’Idf hanno attraversato la Linea Blu verso il Libano. Inoltre, intorno alle 4:30, mentre i peacekeeper erano nei rifugi, due carri armati Merkava dell’Idf hanno distrutto il cancello principale della postazione e sono entrati con la forza. “Hanno chiesto più volte alla base di spegnere le luci. I carri armati se ne sono andati circa 45 minuti dopo che l’Unifil ha protestato, affermando che la presenza dell’Idf metteva in pericolo i peacekeeper”, si legge nella nota diffusa dalla missione.

“Intorno alle 6:40, i peacekeeper che si trovavano nella stessa posizione hanno segnalato lo sparo di diversi colpi a 100 metri a nord, che hanno emesso fumo. Nonostante l’uso di maschere protettive, 15 peacekeeper hanno subito effetti, tra cui irritazione della pelle e reazioni gastrointestinali, dopo che il fumo è entrato nel campo. I peacekeeper stanno ricevendo cure”, continua ancora la nota. La missione ha poi chiesto spiegazioni all’esercito israeliano in merito a queste violazioni.

L’Onu parla di violazioni di Netanyahu “scioccanti”

L’Unifil ha chiesto spiegazioni all’esercito israeliano in merito a queste violazioni senza precedenti che sono state definite “scioccanti”. Ieri l’Idf aveva bloccato i movimenti dei caschi blu vicino a Meiss ej Jebel, negando loro il passaggio.

Le aggressioni dell’Idf ai caschi blu dell’Onu segnano un ulteriore indurimento nella strategia di Nethanyahu: fino ad oggi la comunità internazionale si meravigliava del fatto che il premier israeliano ignorasse apertamente i moniti degli Usa, storici alleati e protettori d’oltreoceano.

Da oggi Benjamin Netanyahu non solo dimostra di non temere di perdere il favore degli Stati Uniti: “Bibi” non ha timore di inimicarsi l’intera Organizzazione delle Nazioni Unite.