Il premier conservatore israeliano Benjamin Netanyahu è sotto inchiesta per corruzione e frode. L’indagine è partita dalle dichiarazioni di un suo stretto collaboratore.
Secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Haaretz, l’indagine su Netanyahu sarebbe in corso da dicembre dello scorso anno. Il premier è sospettato di corruzione e frode, in un’inchiesta più grande che coinvolgerebbe in varia misura il suo cerchio ristretto di amici, familiari e collaboratori. In particolare, tutto partirebbe dal suo ex capo di Gabinetto Ari Harow, coinvolto anch’esso in un’altra vicenda di corruzione.
Harow avrebbe firmato un accordo con gli investigatori, in base al quale accetta di comparire come testimone in due processi contro il premier Netanyahu in cambio di un sostanzioso sconto di pena nei processi in cui è coinvolto in prima persona.
Secondo quanto riportato da L’Espresso, i procedimenti aperti contro Netanyahu sono tre: il primo è per aver ricevuto in regalo champagne e sigari dal suo amico Arnon Milchan, produttore televisivo israeliano e membro del cda della televisione Canale 10, in cambio di favori. Il secondo, più grave, riguarda la stampa: in un’intercettazione telefonica si sentirebbe il premier chiedere all’editore del quotidiano “Yedioth Ahronoth”, a lui avverso, di usare una linea editoriale maggiormente filogovernativa in cambio della riduzione di tiratura del quotidiano rivale “Israel Hayom”. Infine, last but not least, Netanyahu è accusato di aver intascato tangenti per l’acquisto di alcuni sottomarini dalla Germania.
Ma non finisce qui. Anche la first lady, Sara Netanyahu, è indagata per l’uso a scopi privati di fondi della presidenza del consiglio. Nel frattempo, la chiusura della redazione israeliana di Al-Jazeera (accusata di istigare al terrorismo), ha messo a tacere una voce critica contro il premier, ma ormai la bomba è esplosa.
Netanyahu respinge tutte le accuse, ma sa benissimo che se le prove raccolte saranno sufficienti si giungerà a delle accuse formali, ed in quel caso sarà costretto a dimettersi. Secondo diversi sondaggi, il 67% della popolazione è favorevole alle sue dimissioni.
Il trono traballa, e, qualora accadesse, sarà una caduta molto rumorosa.
Lorenzo Spizzirri