New Delhi è la città più inquinata del mondo. Da diversi giorni infatti l’aria della città, che non è mai stata delle più respirabili, è diventata particolarmente inquinata. La quantità di smog e di polveri sottili nell’aria ha modificato il panorama, sommergendolo in una nebbia quasi impenetrabile.
I Rischi per la salute
Sono giorni ormai che le persone si spostano per la città indossando la mascherina. Occhi che lacrimano e gola che brucia sono i sintomi più diffusi, insieme ad un senso di disorientamento.
Anni fa, fondarono New Delhi per allargare la capienza di Delhi, rendendo più agibile il traffico e diluendo l’inquinamento.
Adesso è giunto quasi il momento, se si dovesse seguire lo stesso ragionamento, di rifondare una terza città per smaltire lo smog delle prime due.
E’ palese come questa situazione non possa andare avanti per le lunghe, riproponendosi lo stesso problema ogni tre o quattro anni.
L’inquinamento delle fabbriche
Oltre ai danni ambientali provocati dall’eccessiva circolazione delle autovetture, il grosso delle emissioni avviene a causa industrie della zona e delle città limitrofe.
Sebbene le autorità ed i capitalisti locali abbiano additato la colpa ai fuochi agricoli, la scusa sembra quasi imbarazzante e volta a non analizzare il problema reale: la scarsa modernizzazione delle industrie indiane.
Con orari di lavoro al limite della sopravvivenza, condizioni igieniche inaccettabili ed una normativa ambientale retrograda, la situazione non può che peggiorare negli anni a venire.
Il silenzio delle Nazioni Unite
Nonostante qualche timido richiamo, negli ultimi anni le garanzie richieste a Paesi come India e Cina riguardo il rispetto delle normative ambientali non si sono sentite.
Cercare di ridurre l’utilizzo della plastica e di limitare la circolazione delle auto diesel nei paesi occidentali è una mossa priva di significato se a livello internazionale non si alzano i toni verso le aziende che immettono nell’aria percentuali di idrocarburi pari anche a 10 volte quello degli avversari europei.
Con la nuova crisi di inquinamento indiano la speranza è che il Governo locale e gli organi internazionali si muovano finalmente nella giusta direzione, ma sin tanto che si continueranno ad additare come responsabili i contadini e non le grandi acciaierie, la speranza è davvero remota.