Il prossimo anno, le opportunità e le imprese che questo porterà con se, sono già protagonisti di dibattiti sul futuro del lusso. Se da una parte l’incremento economico nella produzione contribuisce ad un aumento dei costi del prodotto andando a coinvolgere anche la spesa discrezionale del consumatore, dall’altra le tematiche ambientali e la crescente priorità della sostenibilità completano il quadro annuale del fashion. Ma quali sono i temi principali di cui si continuerà a parlare anche il prossimo anno? Uno di questi è proprio l’ambiente.
New Sustainable Year : il processo produttivo del luxury si aggiorna
Quest’ultimo anno ha riportato all’attenzione di brand e pubblico la necessità di modificare il processo produttivo del luxury, che, anche se agisce con progetti sull’eco-compatibilità delle materie prime, ancora adesso rimane la seconda industria con il 40per cento di rilascio di sostanze artificiali. Le stesse società devono considerare un aumento delle spese produttive che portano il costo del prodotto finito ad aumentare, ma questo è dovuto alla scelta di nuovi materiali più resistenti ed eco-sostenibili. Precisamente si tratta di 65miliardi di euro in costi di esportazione che uniti a quelli di produzione possono raggiungere il 60per cento in più rispetto al 2012, quando già si parlava di aumenti. I big brand parlano di ideare nuovi processi agili per mitigare il peso dell’ambiente su produttori, inventari e consumatori, introducendo strategie di gestione ambientale nell’intera catena, per garantire la massima protezione in caso di eventi esterni.
Un piano condiviso
Rimane la decisione di regolamentare la produzione, con nuove normative provenienti da accordi tra istituzioni e industria. Ma come? Stabilendo un piano condiviso per l’uso di materie tracciate che seguano controlli qualitativi ed di eco-compatibilità. E anche se finora alcuni dei principali nomi del fashion hanno deciso di introdurre, in fase di costruzione di borse ed accessori, il Passaporto Digitale del Prodotto, serve che quest’ultimo assumi un valore internazionale, imposto in ogni paese. Questo, come già detto al COP28, è la sola strategia di controllo da parte del consumatore sul processo realizzativo del prodotto acquistato. Sarà anche necessario scegliere nuovi tessuti, e a tal riguardo la Commissione sull’ambiente e le pratiche ambientali del Parlamento Europeo dice:
‘’fondamentale è individuare nuove risorse, si dovranno includere nuovi tessuti e nuovi processi produttivi, a questi si aggiungono nuove pratiche di riciclo etiche ed efficienti. In fine guidare il consumer verso un consumo più sostenibile’’
con questo sono le stesse istituzioni a parlare di consumo, ma controllato. Un controllo che deve avvenire dall’industria produttrice all’acquirente, il quale deve conoscere origini e provenienza di quello che acquista.
Le nuove fasi di produzione
Ma produrre sarà ancora una priorità? Certo, purché avvenga in quantità regolamentate, che non superino la richiesta del pubblico così da non genere sprechi. La produzione, il prossimo anno, dovrà seguire le fasi di recupero, lavoro e distribuzione delle materie prime scelte, così da garantire una diffusione di soli eco-materiali riutilizzabili. Tra le parole del prossimo anno c’è proprio ‘’reusable’’. E a questa poi si aggiunge quella di ‘’consapevolezza’’, immancabile protagonista dell’etica del consumatore.
Luca Cioffi
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