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Settembre 11, 2024, mercoledì

NFT, il problema del copyright e i rischi d’investimento

Il mercato degli NFT nel 2020 valeva 250 milioni di dollari ed a Marzo 2022 aveva avuto un aumento del 299%. Numeri che attestano quanto il mercato dei token non fungibili sia un elemento rivoluzionario della nuova economia digitale. Certo investire in NFT può essere la nuova frontiera del nuovo millennio ma questo non senza rischi per gli acquirenti e creatori. Manca infatti ancora un confine ed un regolamento ben tracciato sulla questione del copyright a cui si aggiungano i problemi di durata e ambientali che potrebbero essere causati a lungo andare dai blockchain ad essi dedicati

La nuova frontiera degli NFT

NFT, fonte wall.alphacoders.com

Gli NFT, i token non fungibili, sono certificati digitali unici e non replicabili che attestano il possesso di un opera digitale sia essa un’immagine, un video o un audio. Hanno più valore quanto più l’opera in questione è rara e possono essere acquistati e scambiati con le criptovalute come Ethereum. Sono la nuova frontiera digitale democratica del mercato che fa si che chiunque possa creare, acquistare e possedere un NFT il cui valore può ovviamente cambiare nel tempo. È un elemento nuovo che crea una forma di mercato e di interazione che può costituire persino parte del capitale di un azienda. Al momento il fulcro di questa economia è concentrato nei paesi Asiatici come Singapore e la Cina. In territorio cinese si trova il 70% del sistema di creazione degli NFT e del relativo blockchain, i registri in cui questi certificati di proprietà digitali sono depositati.

I rischi del nuovo mercato digitale

Nonostante la democraticità delle piattaforme di creazione e di acquisto di NFT questo nuovo mercato presenta diversi rischi e limitazioni. Innanzitutto bisogna dire che quando si acquistano token non fungibili non si ha nessun diritto di copyright sull’opera posseduta che resta al creatore al quale bisogna chiedere i permessi per realizzarne eventuali repliche. Un confine molto labile e poco regolamentato che dato luogo a diverse controversie. Basti pensare al caso della causa intentata dal famoso rapper JayZ contro Anthony Dash, co-fondatore dell‘etichetta Roc-A-Fella Records con lui.

Questi aveva realizzato un NFT dell’album d’esordio del famoso rapper senza tener conto dei diritti di copyright di Jay Z. Un esempio di come sugli Nft ci siano ancora diverse lacune sulla questione del copyright e su come per crearne uno bisogna assicurarsi di avere i diritti di autore. A questo si aggiunge che i blockchain, le stringe dove vengono miniati e conservati i token non fungibili non sono una tecnologia di uso comune con conseguenti rischi sulla conservazione che potrebbe essere limitata nel tempo. Un lavoro che comporta un grande impatto ambientale dovuto alle grandi risorse energetiche di cui i blockchain hanno bisogno.

Stefano Delle Cave

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