Giovane infermiere tedesco, quarantenne, Niels Hoegel è balzato agli onori della cronaca nera per aver probabilmente ucciso decine e decine di suoi pazienti, iniettando un farmaco che provoca l’arresto cardiocircolatorio, per poi provare a salvarli e conquistare l’apprezzamento dei colleghi e superiori

Si chiama Niels Hoegel ed è probabilmente l’infermiere tedesco attualmente più famoso al mondo. Purtroppo non per meriti ma solo per crimini perpetrati a danno dei suoi pazienti.
Di Niels Hoegel ne sta parlando la stampa di mezzo mondo in quanto la storia di questo giovane uomo è agghiacciante, tanto da sembrare uscita da un film.

Niels Hoegel, già in carcere dopo essere stato condannato all’ergastolo nel 2015 per l’omicidio di sei pazienti ai quali aveva iniettato un’alta dose di un farmaco che provoca l’arresto del sistema cardiocircolatorio, si trova nuovamente sul banco degli imputati.

Già dal primo processo era emerso che il quarantenne Niels Hoegel aveva ucciso negli anni molte più persone con lo stesso metodo, in particolare nel periodo compreso tra il 2000 e il 2005, quando lavorava in due cliniche di Delmenhorst e Oldenburg, nella Bassa Sassonia.

Ora gli inquirenti sembrano aver raggiunto un livello sufficiente di prove per suffragare le proprie ipotesi e dare conferma alle stesse affermazioni del giovane infermiere che già in passato aveva rivelato gli efferati crimini. La riesumazione di ben 134 cadaveri, passati prima di morire sotto le mani di Niels Hoegel, ha consentito ai medici legali di trovare tracce del farmaco usato dall’infermiere per uccidere già in precedenza.

Le indiscrezioni provenienti dalle ultime fasi dell’indagine di questo secondo processo parlano di circa 90 vittime ma il conteggio preciso (probabilmente superiore) forse non si potrà mai raggiungere perchè circa 130 ex pazienti di Niels Hoegel sono stati poi cremati.

Ottantaquattro omicidi, siamo senza parole – ha detto il capo della polizia di Oldenburg Johann Kuehme. E’ la cosa più terribile è che il bilancio è verosimilmente ben più grave”.

Ma come è possibile che nessun collega si fosse accorto dello psicopatico infermiere che per fama e notorietà (pare che iniettasse il farmaco per far collassare il paziente e poi cercare di rianimarlo) era solito utilizzare tale pratica?
A dire il vero qualcuno si era accorto che c’era qualcosa di strano, tanto che nel 2001 la clinica di Oldenburg aveva organizzato una riunione per discutere dell’elevato tasso di morti sospette e di pazienti in fin di vita poi “resuscitati”, ma nessuno individuò la causa.

Niels Hoegel riuscì quindi a continuare ad uccidere, anche nella clinica di Delmenhorst, dove si trasferì successivamente e dove si verificarono gli stessi fatti.

Fino ai giorni scorsi, quando gli inquirenti sono riusciti ad incastrare definitivamente l’infermiere, ricordiamo già in carcere perché condannato all’ergastolo, aprendo un fascicolo anche sulle strutture e soprattutto sui superiori di Niels Hoegel, ora indagati per omicidio colposo, in quanto avrebbero omesso di indagare a fondo su quanto avveniva nelle cliniche e denunciarlo alle autorità.

Lorenzo Maria Lucarelli