20 maggio 2019. Un anno fa veniva a mancare Niki Lauda, l’uomo che visse due volte, il computer della Formula 1; un campione, un uomo sincero, schietto, vero, capace di vincere, perdere e lottare.
“Una curva appartiene a chi vi accede per primo”
Niki Lauda, il computer
Sono passati 12 mesi dal giorno della scomparsa del campione austriaco. La sua ultima gara, la sua ultima sfida, persa dopo una lotta continua, quasi estenuante, forse troppo lunga anche per lui. Ha sfidato la morte, conquistato 3 titoli e portato la Ferrari al successo dopo 11 anni; ha reso grande la famosa 312 T, capolavoro dell’ingegner Forghieri, una vettura più corta capace di ridare al Cavallino quel titolo mancante dal 1964 per opera di Surtees.
Lauda veniva da una famiglia ricca, benestante e aveva davanti la prospettiva di un futuro perfetto, studiato nei minimi dettagli; ma quello non era il suo ruolo, non era il copione che voleva recitare. Nel futuro di Niki infatti non erano previsti un tavolo ed un ufficio, ma l’aria in faccia e le mani sporche dell’olio motore. E così è stato, iniziando come un perfetto signor nessuno che si è comprato il posto, raggiungendo infine la vetta della montagna del Circus; complici anche una conoscenza tecnica sorprendente e un carattere sincero, al limite dell’antipatico per chi non fosse in grado di comprenderlo.
Dalla Formula 2 alla Formula 1 il passo è breve con il giusto denaro; dalla March alla BRM anche, ma da quest’ultima alla Ferrari non servono soldi, serve colpire il Drake. E così è stato, perché Enzo Ferrari in lui ha visto qualcosa; forse un carattere affine al suo, chiuso, senza spazio per l’affetto ma solo concentrazione per raggiungere il proprio sogno, trasformato in obiettivo, finito in passione. Due persone talmente poco intime che è impossibile dimenticare quella complicità a Monza, dopo la gara che incoronò Lauda campione del mondo per la prima volta.
Niki Lauda, l’uomo
Dopo il famoso incidente del Nurburgring del 1976, il cambiamento in Lauda è stato palpabile. Se prima c’era solo un computer, un perfezionista alla ricerca di quel millesimo in più, pronto a lottare per fare la differenza, adesso c’era anche un uomo; in apparenza spaventato, ma con un grande coraggio nascosto. Il coraggio di avere paura. Come dimostrato al Fuji, quando Niki ha rinunciato a vincere per se stesso, per un qualcosa che va oltre il significato di “campione del mondo”.
Un uomo che nonostante tutto è sempre stato in grado di arrivare in alto, un po’ come i suoi aerei, forse per scappare o forse per infrangere anche quel limite che impone all’uomo il non poter volare; un uomo che non si è mai nascosto, nemmeno dietro alla chirurgia plastica, mostrando i segni che la sua vita gli ha imposto di portare. Un campione capace di lottare ancora, tornare in pista dopo solo sei settimane e finire quarto alla bandiera a scacchi di Monza. Un pilota che un anno dopo sarà campione del mondo, per la seconda volta in rosso.
Rosso. Un colore da sempre e per sempre presente nel silenzio e nel vuoto lasciato da Niki. Quel rosso che ha tanto caratterizzato la sua vita, passando per l’iconico cappellino, fino ad arrivare alla tuta Ferrari, la sua, voluta con sé per affrontare quell’ultima curva per primo.
Niki Lauda – L’evento del Team Dude Racing
In occasione dell’anniversario della scomparsa di Niki, il Team Dude Racing ha creato un evento per omaggiare la sua memoria. Sulla piattaforma F1 2019 per PlayStation 4, scenderanno sulla pista del Red Bull Ring ben 20 Ferrari 312 T2 in onore del 3 volte campione del mondo. L’evento si svolgerà questa sera, 20 maggio, alle ore 22.
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