Jamal Khashoggi, giornalista saudita ucciso il 2 Ottobre di quest’anno, è diventato un simbolo di rilevanza internazionale per la libertà di stampa, al punto di guadagnarsi il titolo di “persona dell’anno” sul New York Times, che assegna questo titolo dal 1927. Assieme a lui scelti altri giornalisti e reporter definiti “Guardiani della Verità” per la difesa dalla censura e la libertà di stampa. Per la prima volta è un uomo deceduto ad ottenere la nomina.

Non è invece nuovo che il Time scelga un gruppo di persone per questo titolo, la redazione ha infatti deciso di far uscire in via straordinaria quattro diverse prime pagine, ognuna per un giornalista o un gruppo significativo. Tra i “guardiani” ci sono anche altre figure importanti: una di queste è la filippina Maria Ressa, ex giornalista Cnn e guida del sito informativo Rappler, non molto amato dal presidente delle filippine Rodrigo Duterte. Maria è stata infatti incriminata per evasione fiscale lo scorso mese, ed ora rischia fino a dieci anni di detenzione.

Sono già da un anno in carcere invece, i due reporter birmani Wa Lonee Kyaw Soe Oo, condannati in Myanmar a sette anni di reclusione per il lavoro pubblicato sul Reuters, che documentava le violenze sulla minoranza Rohingya, gruppo etnico di religione islamica la cui integrazione sul suolo birmano è a dir poco difficile.

A seguito della sparatoria del 28 giugno, sono inseriti tra i “guardiani” anche i giornalisti della Capital Gazzette a Annapolis, in Maryland. A compierla un uomo che si sentiva diffamato dal contenuto del giornale riguardo un articolo che riguardava una sua condanna per stalking. La sparatoria ha avuto cinque vittime tra lo staff della redazione.

 I guardiani della verità : 4 copertine del Time per le Persone del 2018

La situazione giornalistica nel medio oriente è piuttosto dura da anni, e nell’ultimo periodo la situazione si è aggravata e diffusa anche in altre parti del mondo.

Nel 2012 un gruppo di giornalisti macedoni subì un atto di forza nel parlamento, mentre i deputati stavano discutendo la finanziaria 2013. La sicurezza espulse i reporter impedendo loro di seguire gli eventi. L’atto non sconvolse particolarmente l’opinione pubblica, sebbene vada contro all’articolo 16 della Costituzione dello Stato che vieta “ogni censura a garanzia del diritto di espressione e di libero accesso all’informazione pubblica”.

I giornalisti hanno cercato giustizia alla corte di Strasburgo, ma la situazione internazionale per questa categoria non sembra essere migliorata e il lavoro dell’informazione continua a essere osteggiato dai giochi politici e il segreto di stato.

Perciò il Times ha dedicato questo numero ai “guardiani”, come nel 2017 l’aveva dedicato a coloro che hanno “rotto il silenzio” contro le molestie sessuali con il movimento #MeToo, scatenando una serie di accuse contro gli uomini di potere nel mondo.

Mary Rae