Nelle scorse settimane vi avevamo parlato delle strategie attuate dai cosiddetti no-vax per aggirare le regole. Molte di queste, in particolare, avevano lo scopo di by-passare la campagna vaccinale e arrivare all’ottenimento del Green Pass, con la conseguente violazione delle norme emergenziali vigenti e non solo. Basti pensare ai Covid-party, ritrovi in cui ci si esponeva, e ci si continua ad esporre, volontariamente al contagio per vedersi poi accreditato il Certificato di Guarigione, quando le cose andavano bene, senza alcun bisogno di sottoporsi all’inoculazione del siero contro il Coronavirus. Chiaramente, si tratta soltanto di uno dei tanti esempi di metodi ed episodi controversi a cui si potrebbe far riferimento. E per fortuna, le Forze dell’Ordine stanno svolgendo un ottimo lavoro nella scoperta degli illeciti. L’ultimo riguarda la generazione di Certificazioni Verdi valide in cambio di denaro in quel di Napoli.

Stando a quanto riporta Open, infatti, le autorità sono risalite ad un’operazione illegale finalizzata alla consegna ai cittadini di attestazioni di avvenuta vaccinazione, false ma in regola, in cui sarebbe addirittura coinvolta la struttura ospedaliera del San Gennaro.

Ospedale San Gennaro e un negozio che faceva da tramite: ecco come molti no-vax ottenevano la Certificazione

Nell’ultimo periodo sono numerosi i casi di frode collegati ai meccanismi di ottenimento del Pass vaccinale e a cui i no-vax hanno fatto ricorso. Infermieri che fingevano la somministrazione del vaccino. Oppure, medici di base che, dietro adeguato pagamento, registravano i dati dei pazienti nel sistema, facendo pervenir loro la documentazione. O ancora, scambi d’identità con positivi con relativo invio del referto di guarigione da parte delle realtà sanitarie locali. Insomma, le trovate non mancano e sembrano diventare persino più audaci con il passare del tempo.

Un po’ come dimostra la questione legata all’ospedale napoletano San Gennaro. In questo caso, pare ci fosse un negozio a far da tramite, dove chiunque avesse voluto letteralmente “comprare” il Pass, avrebbe dovuto “solamente” dire una parola d’ordine, ossia “Si fa qui la seconda dose?” fa sapere l’Open, e versare la modica somma di 300€. Una volta caricati i dati della Tessera Sanitaria nel data-base dell’ente, ecco che arrivava l’attestazione. Un documento evidentemente falso, poiché non presentava alcuna corrispondenza fattuale, ma comunque autentico in materia di QR Code. Che dire, niente di così complicato e il tutto alla luce del Sole.

Grazie alle segnalazioni dell’ASL competente, vista una notevole discrepanza tra le persone che si presentavano per il vaccino e l’elevato numero di documenti scaricati, gli inquirenti sono venuti a conoscenza di una tale situazione, che sarebbe andata avanti per diverso tempo. Al momento, sono in corso le indagini per ricostruire i fatti e risalire all’identità degli autori della truffa.

Scritto da Diego Lanuto.

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