Svelati importanti retroscena della nomina al Ministero dell’Economia. Giancarlo Giorgetti, della Lega, in due interviste, al Corriere della Sera e Repubblica spiega che “Non esisteva alcun Piano B, nessuna uscita dall’Euro”. Il contratto con i 5 stelle c’è e rimane, ma niente impeachment.

“Paolo Savona era il punto di incontro e la sintesi tra noi della Lega e 5 Stelle”.

Così, Giancarlo Giorgetti della Lega, intervistato dal Corriere della Sera, spiega perché Paolo Savona non sarebbe potuto essere il ministro dell’Economia del nuovo governo.

credits: Huffingtonpost.it

E aggiunge A questo punto diventerà plastica la centralità del Parlamento, i provvedimenti di Cottarelli non potranno diventare legge e al contrario potranno diventarlo quelli di un’ipotetica maggioranza formata da Lega, 5 Stelle, Fratelli d’Italia e Leu.

“Nel contratto – continua – abbiamo infuso molti punti del programma di centrodestra. Ma è vero che ha ordinato le posizioni dei due partiti, dietro c’è tanta maturazione politica. Se questa maggioranza corrobora la maggioranza parlamentare, diventa complicato non tenerne conto”.

Parlando del futuro del centrodestra, afferma:

“c’è stato un terremoto, una discontinuità storica nella politica che sta riposizionandosi su categorie nuove, popolo contro elite. Magari si andrà a finire sui binari consueti, ma io ho la sensazione che chi fa politica da tempo non colga la trasformazione italiana”. La data migliore per le elezioni sarebbe fine settembre, inizio ottobre” mentre la richiesta di impeachment per Mattarella, “sarebbe un manifesto senza nessuna conseguenza pratica“. 

 

In una seconda intervista al leghista fatta da Repubblica, Giorgetti  conferma che la Lega non chiederà l’impeachment , precisando che, nessuno ha fatto il suo nome al Quirinale, né tantomeno fuori.

“Non sono mai stato in corsa per ricoprire la carica all’Economia al posto del professor Savona”, afferma il politico.

Per quanto riguarda Cotarelli: Scegliere lui è stato uno schiaffo a chi ha vinto le elezioni il 4 marzo.

Evidente la sua difesa verso Savona:

“Paolo rappresentava il dna di questo governo”, precisando che  nel caso in cui la strategia fosse stata quella che portava all‘uscita dall’euro, lui non l’avrebbe sostenuta né avrebbe condiviso il contratto che la prevedesse.

In riferimento al “presunto Piano B” per uscire dall’Euro chiarisce:

È un falso che fossimo pronti ad uscire dall’Euro. Non avevamo alcun piano B. Allarmi strumentali. Io per primo sono sempre stato per una critica all’Europa, ma senza eccessi“. 

Martina Onorati