Nonostante gli accordi presi a Istanbul, nuove esplosioni a Kiev, Zelensky: “Non ci fidiamo”

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Di Redazione Metropolitan

Sono avvenute nuove esplosioni a Kiev e d’intorni Ucraini nonostante gli accordi presi ieri favorendo una diminuzione delle ostilità, infatti Zelensky è scettico sul ritiro delle truppe Russe e non trova alcun motivo per fidarsi.

Sono continui i raid russi nei dintorni della capitale ucraina, nonostante le negoziazioni emerse ieri a Istanbul e l‘annuncio di Mosca della disponibilità ad una diminuzione delle ostilità.

Il legame Usa e Russia non sembra migliorare, il dipartimento di Stato ha comunicato un nuovo avviso agli americani invitandoli a lasciare il Paese immediatamente o a non recarvisi, perché potrebbero essere “trattenuti” in ragione del conflitto che sta avvenendo in Ucraina. La Casa Bianca esclude che un incontro tra il presidente Americano e quello Russo possa realmente accadere prima di una “significativa escalation militare” che ancora non si è vista.

Nuove esplosioni a Kiev

Le sirene di allarme a Kiev ed altre città sono suonate durante la notte. Sia l’esercito ucraino che il Pentagono ritengono che Mosca non abbia mantenuto l’accordo stabilito e che in realtà era un riposizionamento di truppe con duemila soldati russi spostati in Ucraina dalle Georgia. Le parole di Zelensky a riguardo sono: “Ci sono dei segnali positivi dai negoziati, ma non vediamo alcun motivo per fidarci delle parole di alcuni rappresentanti di uno Stato che continua a combattere per la nostra distruzione. Gli ucraini non sono persone ingenue. Non ci possono essere compromessi sulla nostra integrità territoriale”.

Nel frattempo, scoppia un’ulteriore accusa verso la Russia. La segretaria di Stato Usa, Wendy Sherman in una riunione del Consiglio di Sicurezza Onu sottolinea che con questa guerra la Russia ha provocato una “crisi alimentare mondiale” e di far correre il rischio di una carestia in vari Paesi.

30 Marzo

Valeria Muratori

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