Cinema

“Notturno”: l’eco della guerra agli Oscar 2021

L’Italia candida “Notturno” di Gianfranco Rosi, il quale dedica la candidatura a Valentina Pedicini, ricordando con emozione la recente scomparsa della collega pugliese a 42 anni. Selezionato dunque tra una rosa di 25 film, nella shortlist degli Oscar 2021, come miglior film straniero, “Notturno“, rappresenterà l’Italia in concorso per la tanto ambita statuetta.  Lo ha deciso la Commissione di selezione, istituita dall’Anica.

Attraverso le immagini, “Notturno“, lascia spazio al sonoro reale di luoghi sospesi tra un passato di distruzione e un presente appeso alla povertà, alla paura, al dolore in un futuro precluso. Ogni silenzio in questo film è differente e permette di sentire non con le sole orecchie l’eco della guerra, appena passata o ancora in arrivo, in quei confini senza tempo né pietismo. L’annuncio delle nomination (la cinquina dei film nominati per concorrere al premio) è previsto per il 15 marzo 2021 mentre la cerimonia di consegna degli Oscar si terrà a Los Angeles presso il Dolby Theatre, il 25 aprile 2021.

“Notturno”: viaggio tra guerra e pace

Attraverso la nitidezza e la meraviglia delle immagini, delle luci del giorno che si fa sera e della notte, diventa ancora più graffiante la miseria e il destino martoriato di quelle terre e degli uomini, delle donne e dei bambini che le abitano. “Notturno” è il risultato di tre anni di riprese in zone di guerra tra Africa Settentrionale e Medio Oriente. Oggetto del racconto sono le persone che Rosi incontra lungo il suo “viaggio”, accomunate dal fatto di essere state coinvolte dai conflitti che hanno riguardato e riguardano questi luoghi. Filmmaker premiatissimo, Rosi realizza stavolta un’opera che divide: sin dalle prime visioni a Venezia 77, il suo racconto è stato giudicato da più parti un esercizio estetico che si serve della narrazione della guerra per suscitare facili emozioni; in altre critiche, invece, emerge un toccante racconto di morte, prigionia e torture. 

“In Medio Oriente, durante le riprese del film, ho incontrato le persone che vivono nelle zone di guerra. Ho voluto raccontare le storie, i personaggi, oltre il conflitto. Sono rimasto lontano dalla linea del fronte, ma sono andato là dove le persone tentano di ricucire le loro esistenze. Nei luoghi in cui ho filmato giunge l’eco della guerra, se ne sente la presenza opprimente, quel peso tanto gravoso da impedire di proiettarsi nel futuro. Ho cercato di raccontare la quotidianità di chi vive lungo il confine che separa la vita dall’inferno”. È ciò che dichiara Gianfranco Rosi nelle note di regia che accompagnano il suo film alla proiezione veneziana. Tanto è bastato per definire “Notturno” un film che vuole rappresentare la realtà.

Backstage “Notturno” di Gianfranco Rosi – Photo: web

Gianfranco Rosi: la realtà attraverso la lente

Attraverso il visibile, Rosi ci mostra, o in qualche modo fa arrivare, l’invisibile, un’interiorità inaccessibile, forse indicibile non perché non si possa dire ma perché non è verbalizzabile in nessuna lingua. Le scene attraversate, come oggetti galleggianti emergono da dentro singolarmente o una dopo l’altra, o in gruppo e destano una consapevolezza che non puoi scansare più, di un altrove che oggi vive faccia a faccia con la guerra, sulla soglia della ferocia, della miseria, di un’incertezza spietata, giorno e notte.

A Rosi interessano non i protagonisti diretti della guerra, ma i superstiti, coloro che in un modo o nell’altro devono fare i conti con le macerie dei conflitti. La guerra è una presenza costante, che pesa sui protagonisti come una cappa scura, ma resta sempre fuori campo. Eppure alcune sequenze sono dei macigni: come le scene in cui i bambini, ex prigionieri dell’Isis, raccontano le loro esperienze attraverso disegni; oppure le ultime parole al telefono di una donna rapita. Gianfranco Rosi non interviene mai, non fa domande, non si mostra, non taglia e di conseguenza non censura: la sua più grande dote è essere un osservatore silenzioso.

Notturno” – Trailer Ufficiale

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Giuliana Aglio

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