Si torna a parlare di Valentino, uno dei nomi che tornano più di frequente quando si parla di moda sostenibile. L’imperatore anche questa volta dimostra grande sensibilità sul tema dell’etica applicata al settore del fashion, concentrandosi sugli animali. Lo stilista ha infatti deciso di abolire all’interno delle sue collezioni tutti i capi fatti in lana di alpaca, a causa dei metodi spesso molto violenti di tosatura. Una scelta importante, che lancia un messaggio forte e chiaro e che conferma come il grande stilista sia costantemente al passo con i tempi e sempre intenzionato a migliorarsi.
Una nuova scelta etica per l’imperatore
Si tratta di una scelta drastica, nata a seguito di un video diventato virale e girato da Peta, all’interno del quale vengono mostrate le sofferenze che molti alpaca provenienti da un allevamento privato del Perù sono costretti a subire, tra cui ferite, stress e vere e proprie violenze. Il video ha avuto 7,8 milioni di visualizzazioni e una maison così impegnata a livello etico e ambientale come Valentino non poteva che reagire comunicando che la decisione di abolire la lana di alpaca entro il 2021. Un passo molto importante per una casa di moda che è sempre riuscita a far passare i suoi valori in ogni capo, dalla classica borsa Valentino a qualsiasi altro capo d’abbigliamento. Non è la prima volta che Valentino dà l’esempio, tanto che l’anno scorso durante la Milano Fashion Week ha ricevuto il Legacy Award della terza edizione dei Green Carpet Fashion Awards, grazie al suo lavoro iconico e l’instancabile voglia di trovare soluzioni green al difficile ambiente della moda.
Moda etica: cos’è e perché è importante
Nell’ultimo periodo, grazie soprattutto a un generale aumento della sensibilizzazione di tutti i temi che riguardano l’ambiente e l’etica, si è parlato molto di moda sostenibile, in contrapposizione all’industria del fast fashion.
Il primo punto riguarda sicuramente l’eliminazione di sostanze tossiche dai materiali utilizzati per creare e tinteggiare i capi d’abbigliamento: le prime battaglie sono nate nel 2011 grazie a Greenpeace, quando nelle acque reflue di molte fabbriche cinesi si rilevò la presenza di sostanze altamente tossiche sia per le persone che per l’ambiente, ma la battaglia continua ancora oggi dato che ancora non sono state del tutto eliminate sostanze come alchilfenoli, ftalati, coloranti azoici e paraffine. Oltre a questo, si aggiunge anche un occhio di riguardo alle condizioni lavorative degli addetti alla produzione dei capi d’abbigliamento. Già negli anni ‘90 furono molti gli scandali che coinvolsero diverse multinazionali operanti nel settore della moda sportiva che utilizzavano manodopera a basso costo, sfruttando spesso il lavoro minorile. Le cose non cambiarono molto in seguito, tanto che nell’ultimo decennio molti altri brand hanno subito diverse ripercussioni a causa di scarsa trasparenza circa metodi e luoghi di produzione.
Una moda più etica è fondamentale per poter garantire il rispetto dei diritti umani e abbassare l’impatto nocivo dell’uomo sulla terra. Sebbene la strada sia ancora molto lunga, sapere che firme molto note come Valentino si stanno impegnando, dà speranza.