Nuova Zelanda: funziona il modello adottato contro il Coronavirus

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Di Redazione Metropolitan

La Nuova Zelanda, per il quarto giorno consecutivo, ha registrato un calo dei contagi da Coronavirus. Sembra, quindi, funzionare il modello adottato per “eliminare” il virus.

Il modello usato contro il Coronavirus

Dopo due settimane di lockdown, la Nuova Zelanda sembra essere tra le prime nazioni al mondo ad essere riuscita ad avvicinarsi al debellamento del Coronavirus.

Il modello fin qui adottato, per “eliminare” completamente il virus e non limitarsi ad un suo “contenimento”, sembra funzionare. Durante la giornata dell’8 aprile, infatti, sono stati solo 29 i contagiati sia confermati che sospetti.

Mancano, però, ancora due settimane alla fine della quarantena che, i cittadini, stanno rispettando pienamente. Su quasi cinque milioni di abitanti, infatti, le sanzioni emesse nei confronti di coloro che non hanno rispettato le misure di restrizione sono state meno di una cinquantina.

Su questi risultati ottenuti, si è pronunciata anche la premier Jacinda Ardern:

“A metà strada non esito a dire che ciò che i neozelandesi hanno fatto negli ultimi 15 giorni è enorme. Di fronte alla più grande minaccia alla salute umana che abbiamo visto in oltre un secolo, i Kiwi hanno costruito in modo silenzioso e collettivo un muro di difesa nazionale. State spezzando la catena della trasmissione. E l’avete fatto l’uno per l’altro”.

Il bilancio della Nuova Zelanda

Il bilancio nazionale è finora di 1.239 casi. C’è stato solo un decesso registrato: si tratta di una donna di 70 anni con delle patologie pregresse. Sono stati, poi, circa 317 i pazienti guariti che hanno lasciato l’ospedale.

Nonostante gli ottimi risultati ottenuti, la Nuova Zelanda non abbassa la guardia. Dal 9 aprile, infatti, tutti i cittadini che rientreranno nella nazione dovranno mettersi in quarantena “in una struttura approvata” e non potranno più auto-isolarsi a casa.

Per tutti gli altri, invece, resta in vigore l’obbligo di isolamento, da osservare soprattutto durante i giorni di Pasqua, quando anche i luoghi di culto resteranno chiusi.

Per tutti coloro che non hanno residenza nel Paese, è vietato l’ingresso dal 20 marzo scorso ed il governo ha già fatto sapere che le frontiere non saranno riaperte fino a quando il virus non sarà sconfitto a livello globale.

“Per vincere dobbiamo fare in modo che continui a funzionare. Il successo non significa che possiamo cambiare rotta. Rimuovere le restrizioni ora consentirebbe al virus di diffondersi rapidamente di nuovo e torneremmo alla linea di partenza entro due settimane. Questo è anche il motivo per cui continueremo a far rispettare le regole. Come nazione insulare abbiamo un netto vantaggio rispetto ad altri paesi nella nostra capacità di eliminare il virus, ma i nostri confini sono anche il nostro rischio maggiore”.

Ha dichiarato sempre la premier Ardern.