“Tana libera tutti”: da oggi, per accedere all’intera macchina statale della Pubblica Amministrazione, è sufficiente un solo strumento. SPID, CIE e CINS prendono il posto di pin e password. L’Agenzia delle Entrate, infatti, non rilascia più credenziali Fisconline, e quelle già attive saranno dismesse alla naturale scadenza, che non andrà oltre il 30 Settembre 2021. Un piccolo grande passo, questo, per i contribuenti italiani che potranno accedere alla PA specificatamente tramite Spid, Carta d’identità elettronica (Cie) o Carta Nazionale dei servizi (Cns).
Restano esclusi, al momento, i professionisti e le imprese che possiedono delle credenziali Entratel, Fisconline e Sister, rilasciate dall’Agenzia delle Entrate: questi infatti potranno continuare a utilizzarle anche dopo il 1° Marzo e fino a alla data stabilità in un apposito decreto attuativo, come previsto dal Codice dell’amministrazione digitale.
SPID
Per richiedere lo Spid è necessario rivolgersi a uno dei 9 gestori di identità digitale presenti sul sito ufficiale, con il solo obbligo di essere maggiorenni e fornire all’identity provider prescelto un indirizzo e-mail, il numero di cellulare, un documento di identità valido (patente, carta d’identità o passaporto) e la tessera sanitaria con il codice fiscale. Lo Spid è gratuito sia alle Poste, sia presso uno degli identity provider privati attivi come Aruba, Infocert, Intesa, Register, Sielte, Tim o Lepida. Inoltre, come ricorda l’Agenzia delle Entrate, lo Spid permette dal 10 Settembre 2019 l’accesso ai servizi on line anche per il rilascio di certificati di pubbliche amministrazioni in Europa.
CIE E CNS
Le altre due opzioni valide per accedere ai siti della PA sono: la Carta d’identità elettronica (CIE) rilasciata dal Comune di residenza, per la quale è importante assicurarsi di essere in possesso del codice PIN completo, o di richiederlo al proprio Comune, qualora se ne sia privi; e la Carta nazionale dei servizi (CNS), che permette di accedere mediante apposita chiavetta Usb o una smart card dotata di microchip.
Francesca Perrotta