Nuovo Dpcm Draghi e le novità sul cambio colore delle regioni. La novità principale emersa dalla riunione riguarda il timing sul cambio di colore delle Regioni. Si sarebbe ragionato sulla possibilità che le ordinanze sul passaggio di fascia entrino in vigore il lunedì, e non più la domenica. Una circostanza, questa, che aveva fatto infuriare nelle scorse settimane soprattutto i ristoratori catapultati dalla zona gialla all’arancione, spiazzati nel perdere un giorno festivo di significativa affluenza (e incassi) per cui avevano già fatto scorte e operato in base alle prenotazioni.

Attenzione anche alle comunicazioni di eventuali cambi di linea: dovranno arrivare con anticipo rispetto al passato. Si è anche fatta l’ipotesi di coinvolgere il Parlamento nell’adozione dei futuri provvedimenti anti-Covid, quindi con decreti legge, ma per ora si dovrebbe comunque agire nuovamente con un dpcm che dovrebbe essere definito nel week end. 

Alla riunione il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, hanno espresso preoccupazione per la diffusione della variante inglese: quindi hanno sconsigliato fughe in avanti. “Non abbiamo parlato di riaperture”, hanno sottolineato gli esperti del Cts. Oggi la relazione del ministro Speranza alle Camere (nell’Aula del Senato alle 13.30) è destinata a ribadire la linea fin qui portata avanti, al momento di variazioni non se ne parla. Poi il governo sentirà nuovamente le Regioni e il Cts, con lo scopo di arrivare a una decisione che non sia ridosso della scadenza, ma almeno 4 o 5 giorni prima. E così il nuovo Dpcm, a quanto filtra, vedrà la luce in anticipo rispetto alla scadenza del 5 marzo.

Coinvolgere il Parlamento nell’adozione dei futuri provvedimenti anti-Covid è stata una delle uipotesi di cui si è parlato ieri sera. A favore di questa linea, si apprende da fonti di governo, sarebbero diverse componenti dello stesso esecutivo: si vorrebbe così un superamento dei Dpcm, cioè modalità adottata finora per l’introduzione delle misure restrittive. L’ipotesi in casi simili in futiro potrebbe essere l’approvazione di decreti legge, che richiederebbero la conversione in legge dal Parlamento entro 60 giorni. Ma alla fine è trapelato che per ora vedrà la luce un altro dpcm.

L’impegno del governo è di “tempestivo”, ma non sono da chiarire quali saranno le mosse di Draghi sulle riaperture. Nei giorni scorsi si era parlato di un’Italia tutta in zona arancione, ipotesi che al momento pare tramontata. Lunedì il premier ha telefonato alla cancelliera tedesca Angela Merkel, un primo contatto per favorire un “esercizio condiviso” nella lotta alla pandemia. In Germania hanno riaperto le scuole in 10 Stati su 16, ma crescono nel Paese i timori per una terza ondata di Coronavirus. E la cancelliera non è stata, negli ultimi tempi, per la linea morbida.