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Nuvole nere sui Redskins

Doveva essere una partita diversa per i Washington Redskins

In testa alla NFC East con il record di 6 vittore e 3 sconfitte, si trovavano di fronte gli Houston Texans, anch’essi con il medesimo record ed in testa alla AFC South. Doveva essere la partita della affermazione come pretendente seria ad un posto nei playoff. Doveva essere la partita per riprendere le distanze dai Dallas Cowboys che si stavano facendo sotto in classifica. Doveva essere la partita di Adrian Peterson, ad una manciata di yard dal record personale di 13,000 yard corse in carriera.

Adrian Peterson in campo (credits hogshaven)

Doveva essere la partita di Alex Smith, chiamato a darsi una scossa ed a migliorare le proprie statistiche personali.

Nulla di tutto questo

La partita è strana, altalenante. Deshaun Watson, qb dei Texans, è ancora un lontano parente di quel giocatore brillante ed eclettico che l’anno scorso, prima dell’infortunio, fece sognare i tifosi texani. Indeciso e titubante in troppe occasioni, ha pure la responsabilità di due intercetti. Smith, da parte sua, non brilla. Clowney e J J Watt entrano da tutte le parti, mettono pressione a Smith che sbaglia l’impossibile. Per non smentire il proprio omologo dei Texans, si fa intercettare anche lui due volte.

Il peggio però accade nel terzo quarto

L’ennesimo blitz non contenuto dalla linea offensiva. L’ennesima volta che J J Watt entra come un bulldozer contro una baracca sgangherata. Ma questa volta, con lui, c’è anche Kareem Jackson, cornerback dei Texans, un missile con la maglia numero 25. Smith vede Jackson e cerca di proteggere la palla, di rannicchiarsi ed evitare un fumble; non vede però Watt ed i due difensori texani lo prendono in una specie di morsa. La caviglia destra va in rotazione innaturale ed il risultato è la rottura di tibia e perone.

Il momento dell’infortunio di Alex Smith (credit Nbc sports)

Tutti i giocatori capiscono la gravità dell’infortunio, compagni ed avversari si avvicinano ad Alex Smith, che nel frattempo viene accompagnato fuori a bordo dell’autolettiga.

Smith esce dal campo salutato da compagni ed avversari (credit Usa today)

Il pubblico gli tributa un saluto caloroso, Smith risponde a mani giunte, quasi a chiedere ai fans di pregare per lui. Viene operato urgentemente la sera stessa, a quanto riferito dal coach Jay Gruden. Stagione finita e, per un giocatore di 34 anni, un recupero lento e non privo di insidie. Poteva essere addirittura la partita di Colt McCoy, subentrato a Smith e subito in partita con un bel td pass.

Ed invece è arrivata la sconfitta

Un 23-21 che pesa tanto, soprattutto psicologicamente, in chiave futura. La prossima partita sarà proprio contro i Cowboys. Una sconfitta significherebbe l’aggancio in vetta alla division da parte di Dallas, che a questo punto già si frega le mani. Il tutto da affrontare con McCoy in cabina di regia, da cinque anni in squadra ma sempre con il ruolo di eterna riserva.

Jay Gruden, coach dei Redskins, alle prese con grattacapi imprevisti (credit fansided)

Per proteggersi, i Redskins hanno assunto l’eterno incompiuto Mark Sanchez, che non scende sul terreno di gioco dal 2016, proprio quando giocava con i Cowboys, con il compito di coprire le spalle a McCoy e l’auspicio di non creare troppi danni, nel caso in cui fosse costretto ad entrare in campo. Nuvole nere quindi su Washington, tra la speranza di playoff e la paura di non farcela.  

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