Stamattina “la pantera“, “la rossa“, al secolo Maria Ilva Biolcati, morta sabato a 81 anni a Milano, sarà nel “suo” Piccolo Teatro per ricevere il saluto di tutti quelli che le hanno voluto bene. La camera ardente è allestita nel foyer del Piccolo Teatro Strehler di largo Greppi dalle 9.30 alle 13.30. I funerali seguiranno in forma strettamente privata.
Milva: La storia dell’artista è tutt’uno con Milano
La storia dell’artista è davvero tutt’uno con Milano. Milva era nata a Goro (Ferrara) ma era diventata milanese d’adozione. La sua carriera di cantante pop e impegnata, di attrice, di artista, ha mixato partecipazioni a Sanremo al teatro “impegnato” di Giorgio Strehler, in un legame profondo anche con Milano. Milva ha lavorato con Strehler al Piccolo interpretando L’opera da tre soldi di Bertold Brecht. Ma anche alla Scala con La vera storia di Berio-Calvino, nel 1982. Tantissime le sue contaminazioni culturali che passano anche per Ennio Morricone, Alda Merini, Astor Piazzolla, Umberto Eco. E spaziano fino al repertorio francese di Edith Piaf con il successo di Milord al fado portoghese di Amalia Rodrigues. Alle atmosfere che riecheggiano i film di Fassbinder, all’eco greca di Mikis Theodorakis, dagli album firmati da Enzo Jannacci (La rossa) e Franco Battiato (Alexander Platz) ai canti popolari e di lavoro come La filanda, fino alle interpretazioni più raffinate e colte come Dicono di me.
Importante anche il suo impegno politico, al punto da arrivare a proporre il brano partigiano Bella Ciao a una Canzonissima degli anni 60. E infatti domenica 25 aprile, giorno della Liberazione, nelle manifestazioni milanesi e nazionali si è sentita riecheggiare la sua voce che cantava Bella ciao.
Iscrizione al Femadio per Milva
Intanto, ieri il Consiglio comunale ha preso il via con un minuto di silenzio in ricordo della cantante. Il Pd al Comune ne ha chiesto l’iscrizione al Famedio. Il luogo dedicato alla sepoltura e alla memoria dei milanesi illustri che si trova all’ingresso del Cimitero Monumentale. Spiega Diana De Marchi: “Abbiamo chiesto l’iscrizione al Famedio perché non solo lo merita, ma ha davvero un percorso di vita importante, con tutte le battaglie che ha combattuto, oltre alle competenze artistiche sulle quali ha sempre lavorato tantissimo. È conosciuta in tutto il mondo, è una figura straordinaria che ben rappresenta l’Italia migliore del dopoguerra”.
Alessia Scrima