Omicidio di Diabolik: svolta nelle indagini

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Di Redazione Metropolitan

“I signori della droga” dietro l’omicidio di Diabolik, capo ultras della Nord romana.

Il puzzle che si cela dietro l’omicidio di Diabolik, nome in codice di Fabrizio Piscitelli, sta per essere ricomposto. Una svolta nelle indagini capitanate dal Pm Nadia Plastina sembra svelare infatti retroscena e ragnatele dietro il fatto accaduto.

Omicidio perpetrato il 7 agosto in tarda serata in zona parco degli Acquedotti dove Piscitelli si trovava su di una panchina. Una probabile attesa per un incontro prestabilito.

Dalle ricostruzioni emerge un quadro ben delineato che pone al vertice di un disegno l’ultras romano, il quale voleva scalare le posizioni dei “ranghi della piazza romana”. Un quadro formatosi dagli eventi che hanno portato all’arresto di personaggi noti alla criminalità e alle forze dell’ordine.

Prendersi tutto

Piscitelli, “armato” di carisma ed’ambizione, a seguito dei nuovi spiragli formatisi dopo l’arresto di Massimo Carminati, Michele Senese ed i clan Spada e Fasciani, iniziò a intravedere una possibile scalata criminale. Questo “sogno” unito alla sua credibilità nell’ambiente, hanno creato in lui una sicurezza maggiore.

Sicurezza sfociata in atti sempre più decisi nei confronti di chi orbitava attorno ai suoi interessi. Debiti non pagati, crediti esatti “tutti e subito”, l’acquisizione di piazze nuove senza accordi. Queste azioni hanno indispettito gli altri “pesci del lago”.

Le carte della Guardia di Finanza fanno sapere che Piscitelli era non solo conoscente, ma aveva contatti diretti con Massimo Carminati e Michele Senese “‘o pazzo”. “Amicizie” che consolidarono in lui la voglia di prendersi tutto.

Il mandante

Il Pm Nadia Plastina ricostruendo l’accaduto trova come motivazione dell’omicidio gli atteggiamenti deleteri di Piscitelli nei confronti di altri Pusher. Oltre all’ invasione delle piazze di spaccio infatti prendeva piede la richiesta di percentuali sulla vendita. Azioni prese senza accordi stabiliti. Un omicidio su commissione, demandato da un individuo ovviamente, il quale per agire avrebbe avuto il consenso di altri capi piazza.

Una Roma da spartire come una torta, torta che Piscitelli voleva mangiare in maggior quantità. Due figure sembrano interessare le indagini. Fabrizio Fabietti, irreperibile dopo la morte di Diabolik, ricomparso durante i funerali, e Alessandro Capriotti.

I due , ascoltati come persone informate su i fatti avrebbero mostrato delle incongruenze nelle loro versioni. Fabietti avrebbe negato di essere nelle vicinanze del parco al momento dell’omicidio, fatto smentito dai tabulati telefonici. Capriotti invece avrebbe negato un appuntamento programmato con Piscitelli.

Un quadro sempre più dettagliato quello avente come soggetto principale Fabrizio alias Diabolik su lo sfondo delle piazze romane. Quadro differente rispetto a quello “disegnato” da Gaudenzi e riportato dal suo legale e nel suo video YouTube. Gaudenzi infatti parla di altro.

Un traffico di oro dall’Africa non riuscito che avrebbe portato all’omicidio di Maurizio Terminali e di Piscitelli. I due si sarebbero occupati di recuperare le somme non rientrate dall’affare. Un quadro che vedeva nel contrabbando e nella vendetta le motivazioni cardine degli omicidi.

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