Delle coltellate all’addome, una dietro l’altra, per poi portare le proprie mani intorno al suo collo stringendolo fino all’esalazione del suo ultimo respiro.
Sarebbero queste le prime notizie che emergerebbero dalla ricostruzione dell’accaduto. Antonio De Pace non sembrerebbe lasciare troppo spazio all’immaginazione. Senza esitazioni, l’infermiere di 28 anni, avrebbe ammesso fin da subito le modalità con le quali avrebbe ucciso la vittima di 27 anni, Lorena Quaranta.
L’accaduto
Una volta realizzato l’accaduto Antonio De Pace, ha tentato di togliersi la vita dopo aver chiamato, alle ore 8,00 del mattino, il 112 per costituirsi. Stando a quanto riportato, all’arrivo dei carabinieri sulla scena del delitto il corpo della ragazza si trovava disteso tra il salone e la camera da letto. Incerto, però, è ancora il movente che avrebbe spinto Antonio De Pace ad uccidere la sua convivente, Lorena Quaranta, ieri mattina a Furci Siculo (Messina).
“Mi aveva trasmesso il Coronavirus e l’ho uccisa”
Sarebbero queste le prime motivazioni fornite dall’infermiere al sostituto procuratore, Roberto Conte, davanti al quale avrebbe ammesso fin da subito la propria colpevolezza. Motivazioni che sembrano non convincere gli inquirenti della caserma di Santa Teresa di Riva i quali mostravano già diverse perplessità circa le reali intenzioni del ragazzo di volersi togliere la vita. Nel pomeriggio, poi, la definitiva smentita grazie ai risultati del tampone effettuati sulla vittima il quale ne ha confermato la negatività al virus.
Dai primi dettagli che sembrerebbero emergere, durante la confessione De Pace si sarebbe lasciato andare a dei momenti di commozione e disperazione ripetendo, con estrema convinzione, la propria ossessione nei confronti dell’idea di aver contratto il virus.
Proseguono le indagini
Dalla caserma di Santa Teresa il ragazzo è poi stato trasportato nel carcere di Gazzi dove ha passato la nottata. L’accusa nei confronti di De Pace, incensurato, è di omicidio volontario. Al momento non sembrano essere coinvolte terze persone. La convalida del fermo davanti al gip è attesa per Giovedì mentre, nei prossimi giorni, la procura di Messina proseguirà con l’interrogatorio ad amici e parenti cercando di reperire maggiori informazioni sulla coppia. Con molta probabilità fondamentale sarà anche l’analisi degli strumenti elettronici da loro detenuti.
La villetta in via delle Mimose è stata esaminata dagli esperti del RIS per i rilievi. I familiari di Lorena, poco dopo aver appreso la notizia, si sarebbero comunque diretti in prossimità dell’abitazione pur con moltissime difficoltà causate dai divieti governativi di circolazione attualmente vigenti. Stando a quanto riportato sembrerebbero però vani, fino ad ora, i tentativi dei familiari della ragazza di poter trovare delle risposte ai propri disperati perché. La comunità di Furci è ancora sconvolta e incredula per l’accaduto.
Il corpo della giovane studentessa è in attesa di poter essere esaminato dal medico legale al fine di poter determinare con maggiore esattezza l’orario del decesso e l’eventuale presenza sul corpo della giovane di ulteriori segni di violenza.
Neanche una volta effettuata l’autopsia, però, il corpo di Lorena potrà essere consegnato ai familiari per un ultimo straziante saluto a causa delle disposizioni governative previste per l’emergenza Coronavirus. A tal proposito il Sindaco di Favara si è fin da subito attivato mettendosi in contatto con l’arcivescovo al fine di poter concedere alla disperazione di questa famiglia un’eccezione data dalla gravità della vicenda.
La testimonianza dei colleghi di Lorena e dei vicini
Parlano di una “coppia modello” i vicini i quali dichiarano di non averli mai sentiti litigare prima di lunedì pomeriggio sul balcone della loro abitazione.
“Era una ragazza dagli occhi dolci e l’animo pulito, bastava guardarla per rendersene conto. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare una cosa simile, sembravano felici ed affiatatissimi”
Sono queste le prime testimonianze dei colleghi di Lorena i quali ci fanno sapere che i due ragazzi erano affiatatissimi e non era raro vederli passare per le strade di Favara in sella alla moto di Antonio. Alle volte, stando alle loro testimonianze, De Pace accompagnava Lorena a sostenere gli esami cercando sempre di incoraggiarla e tranquillizzarla.
Nella mattinata di oggi, durante la prima ora di lezione online, i colleghi del VI anno di Medicina e Chirurgia ed i capi del dipartimento hanno osservato un minuto di silenzio in ricordo di Lorena. Il Magnifico Rettore dell’Università di Messina, Salvatore Cuzzocrea, in una nota ufficiale ha inoltre esplicitato la volotà di conferire la laurea post mortem alla giovane studentessa:
“Con gli amici e i colleghi della nostra studentessa abbiamo parlato della possibilità di conferire la laurea in medicina a Lorena e mi sono adoperato con gli uffici per istruire il percorso per arrivare all’approvazione della decisione da parte del Senato Accademico nei prossimi giorni. Il tempo più opportuno di rendere il meritato omaggio alla studentessa verrà discusso con la famiglia di Lorena, in altri momenti meno convulsi anche se sempre di grande dolore”
Nella giornata di oggi il sindaco di Favara ha proclamato il lutto cittadino mentre il sindaco di Messina, Antonio De Pace, tramite i suoi profili social ha dichiarato:
“Siamo tutti costernati. Le parole sono ben poca cosa in queste circostanze ma a nome mio e della città di Messina esprimo il mio più sentito cordoglio alla famiglia di Lorena Quaranta studentessa della facoltà di Medicina dell’Università di Messina per il barbaro omicidio”
Poi il suo pensiero si è diretto nei confronti di tutte le donne che, ogni giorno, sono vittime degli artigli dei propri compagni:
“In questo particolare momento rimanere a casa non per tutte le donne rappresenta un messaggio rassicurante, non per tutte è collegato alla possibilità di riorganizzare il proprio tempo ed il proprio spazio in libertà. Alcune donne devono invece condividere spazi e tempo con chi le maltratta senza soluzione di continuità, senza possibilità di poter evadere da quella orribile quotidianità. Questo significa accrescere il rischio del maltrattamento e della violenza. Il Comune vi è vicino ed è presente per dare aiuto mediante l’ascolto attraverso il nostro numero di Ascolto e i centri antiviolenza.
La restrizione domiciliare non deve far pensare che la comunità non ci sia anzi in questi momenti c’è ancora di più. Il mio è un appello alle donne: non vi scoraggiate nel denunciare”
Sognava di combattere il Coronavirus armata di camice bianco, Lorena, e invece il male peggiore lo aveva proprio lì, accanto a sé. Fidanzati da tre anni, Antonio De Pace ieri mattina le ha strappato la vita portandole via tutti i sogni e ogni speranza per il futuro.
Inondati di commenti, nelle ultime ore, i profili social del giovane assassino, Antonio de Pace, e della vittima, Lorena Quaranta, con i quali gli amici esprimono le ultime grida di dolore e disperazione per l’accaduto.