La Corte di Assise di Appello di Firenze ha respinto la richiesta di assoluzione avanzata dai legali di Antonio Logli, confermando la condanna a 20 anni di reclusione per aver ucciso e occultato il cadavere della moglie Roberta Ragusa.

Dopo 7 ore di camera di consiglio, i giudici del collegio giudicante della Corte di Assise di Appello di Firenze hanno nuovamente accolto la richieste del procuratore generale, Filippo di Benedetto, che aveva chiesto la conferma della condanna a 20 anni di carcere per Antonio Logli, già condannato in primo grado dopo lunghe indagini e peripezie processuali per l’omicidio della moglie Roberta Ragusa.

Respinta, invece, la richiesta dell’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere: secondo il collegio, Logli può rimanere a piede libero, non essendovi alcun rischio di fuga, né di inquinamento di prove o reiterazione del reato. Antonio Logli, però, dovrà rispettare l’obbligo di dimora nel comune di San Giuliano Terme dalle 21 si sera alle 6 di mattina. L’uomo è stato anche interdetto dall’esercizio della potestà genitoriale.

Roberta Ragusa non è scappata di sua spontanea volontà ma è stata uccisa dopo un acceso litigio

La Corte di Assise di Appello di Firenze non ha creduto alle difese avanzate dai legali di Antonio Logli, i quali hanno cercato di sostenere l’inattendibilità dei testimoni che hanno avuto un peso rilevante nella condanna in primo grado del loro assistito. 
E’ stata anche nuovamente ribadita dai legali dell’uomo la totale estraneità ai fatti di Antonio Logli, il quale non avrebbe ucciso e occultato il cadavere della moglie Roberta Ragusa, scomparsa nella notte tra il 13 e il 14 Gennaio 2012, probabilmente dopo aver scoperto il marito al telefono con un’altra donna con la quale da tempo intratteneva una relazione clandestina, scoperta da cui sarebbe iniziato un acceso litigio, confermato anche dai testimoni. Secondo lo stesso Logli, invece, la moglie si sarebbe allontanata volontariamente, facendo perdere le proprie tracce.

Ricorreremo in Cassazione” – ha affermato Roberto Cavani, uno degli avvocati di Antonio Logli -. La corte ha ritenuto di confermare la sentenza di primo grado, ma indipendentemente da questo aspettiamo le motivazioni per capire su che base la corte ha preso la sua decisione, dopodiché procederemo a redigere il ricorso per Cassazione e ne valuteremo gli esiti”.

Durante la pronuncia del dispositivo era presente anche uno dei figli di Roberta Ragusa e Antonio Logli, Daniele Logli, schieratosi in difesa del padre e a sostegno della tesi dell’allontanamento volontario della madre.
Presenti anche le cugine di Roberta Ragusa, costituitesi parte civile nel processo. Una di loro, contestando la posizione adottata dal figlio di Roberta Ragusa, ha sottolineato che “Daniele (il figlio) non crede che il padre sia colpevole e che la mamma sia andata via. Bisognava ricercare la verità insieme e lui sa come io la pensi su questa faccenda. La vittima è Roberta, non lo dimentichiamo. C’è chi pensa ancora che si sia allontanata. Daniele avrebbe dovuto costituirsi parte civile“.

Si attende ora il deposito delle motivazioni della sentenza che ha portato alla conferma della condanna a 20 anni di reclusione di Antonio Logli per l’omicidio della moglie Roberta Ragusa.

Di Lorenzo Maria Lucarelli