Torino, omicidio-suicidio di un disabile. Gesto preannunciato su Facebook

Un uomo costretto sulla sedia a rotelle ha ucciso la moglie, poi si è tolto la vita. Quattro ore prima dell’omicidio-suicidio, il disabile aveva scritto un inquietante post sulla propria pagina Facebook.

PhotoCredit: dal web

Una coppia in crisi

Siamo a Venaria, in provincia di Torino. Sono circa le sei di sera quando Antonino La Targia, 46 anni, e Maria Masi, 42 anni, s’incontrano in un bar. I due si conoscono bene: sono marito e moglie, una coppia che, però, è in crisi. È stata la donna a prendere la decisione di lasciare il coniuge, quest’ultimo, invece, non accetta l’idea della separazione. Così, La Targia – costretto sulla sedia a rotelle da due anni, a causa di un incidente in moto – chiede alla Masi di vedersi per un caffè, ed un chiarimento. Queste le intenzioni palesate dall’uomo, il quale, in realtà, ha in mente ben altro.

L’omicidio-suicidio

Le due bariste dichiareranno: “Sembravano tranquilli, nulla di strano”. Tuttavia, marito e moglie, dopo il caffè, si dirigono verso l’automobile; lei si siede al posto del conducente, lui, invece, resta dall’altra parte: apre la portiera ed esplode sei colpi, senza mancarla mai, con una calibro 9 per 21 modello Jericho. Dopo aver ucciso in mezzo alla strada la donna che diceva di amare, La Targia si allontana, lasciandosi il corpo esanime alle spalle. Non tradisce nessuna emozione: chiede ad alcuni ragazzi di aiutarlo a salire i gradini e rientra a casa. Dopo pochi minuti, l’uomo si spara.

“Non dovevamo lasciarlo solo”

I carabinieri della compagnia di Venaria intervengono sul posto. Trovano i due cadaveri, e l’arma del delitto, ancora carica: scoprono che La Targia la possedeva illegalmente. Iniziano le indagini per cercare di capire quale possa essere il movente dell’omicidio-suicidio. Intanto, i parenti, davanti al palazzo in cui l’uomo si è tolto la vita, si mostrano increduli, e distrutti dal dolore; qualcuno grida: “Non dovevamo lasciarlo solo”. Tutti, però, sono sollevati dall’assenza dei figli della coppia – 14 e 11 anni –, i quali erano a casa dei nonni materni, dove ormai alloggiano da tempo insieme alla madre.

Un gesto preannunciato

I familiari della Masi avevano già denunciato alle autorità le continue minacce dell’uomo alla moglie; infatti, nonostante La Targia non avesse mai picchiato la Masi, il suo atteggiamento ostile non lasciava presagire nulla di buono. Le forze dell’ordine, così, avevano attivato il codice rosso. Inoltre, secondo gli investigatori, l’uomo avrebbe preannunciato l’intenzione di compiere il crimine, attraverso un post su Facebook. Quattro ore prima dell’omicidio-suicidio, Antonino La Targia scriveva sulla propria pagina: “Mi è sembrato di vivere in un film, ora quel film è finito”.

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