Una caserma dei carabinieri di Piacenza è stata posta sotto sequestro e almeno sette militari sono stati arrestati, in seguito a un’inchiesta della procura. I reati contestati andrebbero dallo spaccio, all’estorsione fino alla tortura. “Faccio un po’ fatica a definire carabinieri questi soggetti. Non c’è stato nulla o quasi nulla di lecito per quello che abbiamo potuto percepire”, ha detto la procuratrice capo di Piacenza, Grazia Pradella.
Le indagini, durate circa sei mesi, riguardano reati commessi a partire dal 2017, tra cui lo spaccio di sostanze stupefacenti, la ricettazione, l’estorsione, l’arresto illegale, la tortura. Le accuse sono di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali, peculato, abuso d’ufficio e falsità ideologica.
Sono 12 le misure di custodia cautelare in carcere all’indirizzo di cinque militari appartenenti all’Arma dei carabinieri della Caserma di Piacenza, sei uomini italiani e un maghrebino e cinque ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, di cui un carabiniere, oltre a quattro misure di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, tre delle quali per militari dell’Arma e una misura dell’obbligo di dimora nella provincia di Piacenza, che ha colpito sempre un carabiniere.
L’incredulità del gip: “Tutto vero e reso più palpabile grazie al trojan”. Le indagini, coordinate dai pm Antonio Colonna e Matteo Centini, hanno rivelato fin dall’inizio “uno scenario estremamente preoccupante … Non è stato semplice rendersi conto, settimana dopo settimana, che dietro i volti sempre cordiali e sorridenti di presunti servitori dello Stato, incrociati più volte nei corridoi e nelle aule del Tribunale di Piacenza mentre svolgevano attività istituzionali, potessero celarsi gli autori di reati gravissimi – ragiona il giudice – è capitato spesso di alzare lo sguardo per capire se non ci si stesse trovando di fronte alle pagine di qualche romanzo noir riguardante militari infedeli. Tutto vero, invece, e reso ancor più palpabile e concreto grazie all’impiego di uno strumento investigativo inedito e potentissimo come il captatore informatico”. Le intercettazioni ha restituito in diretta anche gli abusi commessi nella caserma: le botte, le lacrime del fermato, i colpi di tosse. Nella stazione carabinieri Piacenza Levante sono state messe in atto “condotte poco trasparenti e gravemente scorrette” sia nei confronti dell’autorità giudiziaria sia e soprattutto nei confronti di chi “ingiustamente” era stato arrestato: condotte “illecite” che vanno viste “nell’ambito di un generale atteggiamento di totale disprezzo per i valori incarnati dalla divisa indossata“.