Oro del più puro minaccia la pace della Montagna Sacra, che si erge tra le vette della Karangahake Gorge, in Nuova Zelanda, con le sue antiche leggende maori.
Otto tonnellate e mezzo di oro è il quantitativo stimato. Il tutto pare valga decine di milioni di euro. Un giacimento tra i più grandi della Terra.
Inevitabile ora il problema dello sfruttamento e degli ovvi interessi delle grandi imprese di scavo, con tutte le conseguenze ambientali e sociali che ne derivano. Complice una legislazione locale ancora piena di falle su questo tema.
Gli indigeni, tuttavia, protestano. Si dicono “pronti a ogni tipo di azione” per contrastare le grandi aziende che stanno già arrivando per fare sopralluoghi, tra tutte la New Talisman.
Un’immagine aerea della Montagna Sacra (Fonte: www.travelblat.com)Non si tratta soltanto del rispetto delle tradizioni e del contesto vitale di un popolo. Di lì, sostengono, passano anche le falde acquifere che tutti i giorni li dissetano. Di mezzo c’è anche il rispetto dell’ambiente. La Karangahake Gorge è uno dei luoghi più affascinanti del continente australe. Da sempre ispira molte leggende.
La legge neozelandese, come detto, è ambigua. Infatti, istituisce aree protette per poi permettere una serie di eccezioni. E lo stesso sta accadendo al Karangahake Gorge. La regione è protetta, ma i minatori hanno il diritto di andare e perforare dove vogliono.
“Meglio preservare l’ambiente e puntare sul turismo, piuttosto che le miniere” è il motto che vede uniti i maori contro lo sfruttamento minerario del territorio.
I maori (Fonte: www.gonews.it)Il direttore generale della compagnia New Talisman ha spiegato di volere iniziare a breve l’estrazione. Ha inoltre affermato che l’intera comunità di Karangahake potrebbe arricchirsi e trarre benefici dall’operazione. E che “la pace di quest’area non sarà disturbata”.
Ma gli abitanti non si fidano. Ruby Jane Powell, che fa parte del “Protect Karangahake”, si oppone da anni a qualsiasi azione mineraria. “Negli ultimi giorni – ribadisce – i nostri sforzi per proteggere il territorio sono raddoppiati, con proteste lungo le strade e blocchi. Non abbiamo altre possibilità: il governo non è riuscito a proteggere questa terra”.
Manifestanti del “Protect Karangahake” (Fonte: www.theguardian.com)La gola di Karangahake si trova infatti in un’area protetta che da anni è meta di turismo. È anche una famosa bellezza naturale, contraddistinta da foreste e cascate. Potenzialmente, con i lavori di estrazione, la convivenza potrebbe diventare letale.
Patrizia Cicconi