La mafia a Ostia esiste e non è un’invenzione dei giornalisti. I fatti degli ultimi giorni parlano chiaro: spari, botte, intimidazioni, lotte di potere tra gruppi, probabilmente per spartirsi il territorio.

Da quando anche Roberto Spada è in carcere, a causa della testata al giornalista Daniele Piervincenzi, sembra che qualcosa si stia muovendo a Ostia.
Prima la gambizzazione di due persone in una pizzeria, una delle quale si è poi rivelata essere nipote di Carmine Fasciani, boss dell’omonima famiglia criminale. Poi gli spari contro il portone blindato di un membro della famiglia Spada. Quasi contemporaneamente, le mazzate contro la porta di ingresso dell’abitazione di Roberto Spada, ora in carcere.

Potrebbe essere in corso una lotta di potere tra gli Spada e i Fasciani

Sembra un regolamento di conti tra le due omonime famiglie, Fasciani e Spada, che da tempo ormai, insieme ai Triassi, si dividerebbero il traffico illegale di Ostia, il business delle case popolari, la droga, le estorsioni.

Da quando Roberto Spada è entrato in carcere, la voglia di conquistare più potere, approfittando della mancanza di molti “pezzi grossi”, potrebbe aver scatenato nuovamente la stessa faida che nel 2011 portò a diversi omicidi tra i clan.

Secondo le autorità, che stanno indagando sui fatti, gli ultimi episodi non sarebbero infatti slegati. Qualcosa di grosso si starebbe muovendo. La pax tra i clan, che negli ultimi tempi si erano spartiti il mercato criminale a Ostia, potrebbe essere venuta meno.

Al vaglio anche l’ipotesi di un nuovo gruppo criminale di sudamericani

Oltre che a una faida tra gli Spada e i Fasciani, le autorità non trascurano nemmeno che autore degli ultimi fatti sia stato un nuovo clan, formato da sudamericani, con il quale gli Spada avrebbero rapporti per lo spaccio di droga. Gli ultimi fatti condurrebbero a ritenere che i componenti stiano tentando la scalata in assenza di illustri avversari, facendo sentire la loro presenza sul territorio.

In campo, per cercare di presidiare il territorio, anche la proposta di schierare l’esercito sul litorale romano.
L’ipotesi, però, sembra sia già stata scartata, all’esito dell’incontro avvenuto ieri in Prefettura, durante il quale il capo della Polizia Franco Gabrielli ha dato risposta negativa.
Ringrazio sempre l’esercito per lo straordinario contributo che offre al complessivo sistema di sicurezza nazionale, ma non è una risposta. Le risposte le devono dare primariamente le forze di polizia“.

Se non ci saranno i militari a Ostia (decisione comunque discutibile), la Prefettura ha però deciso di aumentare le forze di polizia mediante appartenenti allo stesso corpo delle forze dell’ordine. L’obiettivo è che la presenza di più Stato sul territorio intimorisca i criminali, assicurandoli inoltre alla giustizia.

Di Lorenzo Maria Lucarelli