Chiara Lagani dà voce ai personaggi della controversa fiaba di  Baum. Sono in realtà 14 i libri legati al fantastico mondo di Oz, quasi sconosciuti in Italia, che l’attrice ha tradotto e raccolto in antologia per I Millenni di Einaudi.

Un inno alla diversità, un invito a non rinunciare al rapporto complesso ma affascinante tra sogno e realtà.  È il messaggio che Chiara Lagani lancia dal palco dell’Almagià di Ravenna, dove è appena terminato il suo spettacolo “I libri di Oz”, in scena ieri sera. Intervistata subito dopo dalla giornalista e critica teatrale di Altrevelocità, Agnese Doria, racconta il suo viaggio nel mondo fantastico di Frank Baum con questo suo secondo ciclo teatrale dedicato alla letteratura, dopo quello di Ada di Nabokov.

I LIBRI DI OZ (FOTO DAL WEB)

Attrice e fondatrice, insieme a Luigi de Angelis, della compagnia Fanny & Alexander, ha tradotto in lingua italiana il sequel de Il meraviglioso mago di Oz, tredici libri a cui lo scrittore americano dà vita, incalzato dai suoi lettori, e per lo più sconosciuti in Italia, che sono stati raccolti nell’antologia edita da I Millenni di Einaudi nel 2017, con illustrazioni di Mara Cerri.

“Tradurre l’opera di Baum è stato come attraversarla, sentire la sua voce. Se lui fosse vivo e volesse dirmi qualcosa sicuramente mi bacchetterebbe perché non gli sono stata fedele. D’altronde il traduttore, come l’attore, non può esserlo, e in questo, paradossalmente, sta la fedeltà dell’artista”. Sola sul palco, di fronte, un tavolo su cui stanno poggiate le scarpe rosse dai poteri magici e lo specchio che dilata le immagini.

I LIBRI DI OZ (FOTO DAL WEB)

Chiara è abitata dall’inquietudine di Dorothy, catapultata da un ciclone liberatorio, lontana ormai dal grigiore del Kansas. Dalla malinconia dello spaventapasseri che desidera un cervello. Dalla pavidità del leone che vorrebbe il coraggio. Dal trasformismo della donna dalle trenta teste, inquietante allegoria del potere politico. Un’altalena di colori, suoni e ombre che evocano un viaggio in cui le parole non spiegano, ma infittiscono ancora di più il mistero.

I LIBRI DI OZ (FOTO DAL WEB)

Dell’opera di Baum, quella in chiave politica è una delle letture più accreditate, in cui viene messa a nudo la spregiudicata speculazione finanziaria delle banche statunitensi di fine ‘800 che in piena deflazione si arricchiscono ai danni degli agricoltori.  

I LIBRI DI OZ (FOTO DAL WEB)

Ma nel progetto editoriale e teatrale di Chiara Lagani c’è soprattutto il potere della fiaba come luogo della metamorfosi per eccellenza, sfiorando tematiche di attualità come il gender  (la principessa Ozama trasformata  nel ragazzino Tip) e attingendo dall’immaginario di Baum un affresco di tipologie umane ancora attuali.

Dai ruotatori crudeli e pusillanimi a Jellia, l’ingannatrice, con cui Lagani traduttrice, alla fine, ammette di identificarsi.

CHIARA LAGANI (FOTO DAL WEB)

Lo spettacolo è inserito nell’ambito di Fèsta, festival di arti teatrali e performative di E-Production, alla sua settima edizione, che si conclude l’11 novembre, sempre all’Almagià, con l’omaggio a Pier Paolo Pasolini e alla sua opera incompiuta, la rilettura della fiaba Hystoire du soldat di Stravinskj.

Anna Cavallo