In Pakistan sorgono nuovi problemi. Le tensioni tra il Paese e gli Stati Uniti si fanno sentire, dopo che il capo del governo Khan ha più volte accusato gli Usa di volerlo rimuovere a causa del suo rifiuto di allinearsi con le posizioni americane su Russia e Cina. Crede inoltre che l’opposizione stia complottando con Washington per allontanarlo dal potere.

Khan cancella il voto di sfiducia e fa sciogliere il Parlamento

Dopo i recenti avvenimenti, la Corte suprema del Pakistan ha aggiornato le sue deliberazioni sulla legalità del processo svoltosi recentemente. Bloccare il voto di sfiducia in parlamento contro il primo ministro Imran Khan, ha consentito a quest’ultimo di ottenere lo scioglimento dell’Assemblea nazionale. Non solo, ora può indire elezioni anticipate. E così il Pakistan, una repubblica islamica di 220 milioni di abitanti dotata di armi nucleari, è precipitata in una nuova crisi costituzionale.
Khan, vincitore de le elezioni del 2018, al seguito di alcuni partiti della sua coalizione che avevano ritirato il sostegno, aveva perso la maggioranza parlamentare.
Ma la mozione di sfiducia che lo attendeva domenica in Parlamento non è mai partita.
Il vice presidente dell’Assemblea nazionale, Qasim Suri, fedele sostenitore di Khan, ha infatti rifiutato di metterla ai voti, sostenendo che fosse incostituzionale perché derivante da “interferenze straniere”.

Grazie ad Arif Alvi, altro suo alleato, Khan ha anche ottenuto lo scioglimento dell’Assemblea nazionale. Questa avrebbe comportato la convocazione di elezioni legislative anticipate entro 90 giorni.
Contro questi colpi di mano si sono sollevate però le opposizioni che si sono rivolte alla Corte suprema, contestando l’illegittimità della cancellazione del voto di sfiducia. Una pronuncia sulla vicenda è attesa in giornata, mentre nel Paese sale la tensione. 

In Pakistan, nessun primo ministro ha mai completato il suo mandato. Questo è un Paese che, dalla sua indipendenza ottenuta nel 1947, ha assistito a quattro golpe militari e ad almeno altrettanti tentativi di colpo di Stato. Ed il governo di Imran Khan non era più stabile degli altri. Già da tempo, infatti, era in difficoltà per la grave situazione economica del Paese, tra l’aumento dell’inflazione e, di conseguenza, l’aumento dei prezzi dei beni essenziali.

Il Pakistan e il rapporto con gli USA

Khan inoltre ha più volte accusato gli Stati Uniti di volerlo rimuovere poiché non si è schierato con loro contro Russia e Cina. Teme anche un complotto tra l’opposizione e Washington, che starebbero cercando di allontanarlo dal potere. La Corte Suprema è teoricamente indipendente ma è stata spesso accusata di ubbidire al governo, anche se il presidente della Corte, Umar Ata Bandial, assicura imparzialità.
“La nostra preoccupazione è la legalità della decisione” ha dichiarato Bandial.

Un governo provvisorio

Imran Khan resterà in carica fino alla formazione di un governo ad interim incaricato di organizzare le elezioni. Il primo ministro ad interim sarà nominato dal presidente su proposta dell’attuale capo del governo e del capo dell’opposizione nell’Assemblea disciolta, Shehbaz Sharif.
E proprio ieri è giunta la proposta di Khan, che vorrebbe come premier di transizione il precedente presidente della Corte Suprema, Gulzar Ahmed. Quest’ultimo aveva lasciato l’incarico solo lo scorso febbraio. L’ex premier Nawaz Sharif, ha invece rifiutato di collaborare con un presidente che ha accusato di aver “abrogato la Costituzione”. Sharif, sarebbe ora primo ministro se la mozione di sfiducia fosse stata approvata.

Beatrice D’Uffizi

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