A pochi giorni dalle celebrazioni dell’8 marzo e in un momento storico sempre più caratterizzato da femminicidi e soprusi, l’ennesima storia che non avremmo voluto sentire.
Una giocatrice di pallavolo, Lara Lugli, rimasta incinta a 39 anni e che giocava per il Pordenone dal 2018, non solo si è vista interrompere il contratto ma è anche stata citata per danni.
La storia è diventata virale grazie ad un post su Facebook della diretta interessata fino ad approdare sulle pagine del Corriere della Sera, costringendo la Maniago Pordenone (all’epoca dei fatti Volley Pordenone) a prendere una posizione pubblica.
La citazione per danni
La citazione per danni sarebbe motivata dalla violazione del contratto della Lugli “vendendo prima la sua esperienza con un ingaggio sproporzionato e nascondendo poi la sua volontà di essere madre. Una scelta che ha portato la squadra a doversi privare di lei a stagione in corso, perdendo di conseguenza molti punti sul campo e infine anche lo sponsor”.
Per dovere di cronaca l’ingaggio “sproporzionato” era di 1000 euro al mese e la giocatrice chiedeva solo che le venisse corrisposta l’ultima mensilità prima dell’interruzione del contratto, cosa che purtroppo la società era in diritto di fare in quanto in Italia le pallavoliste non sono considerate atlete professioniste.
Difficile commentare quante siano le cose che dovrebbero farci rabbrividire in questa affermazione: dalla scarsa considerazione di certi tipi di sport alla precarietà del lavoro, dalla mancanza di diritti al sessismo imperante.
Quante donne sono costrette a rispondere alla domanda sulla maternità durante i colloqui di lavoro? Dovendo ancora oggi barattare il diritto ad essere madri con la dignità di avere un lavoro? Molte, troppe.
Le dichiarazioni della società
Il presidente del Volley Pordenone Franco Rossato si giustifica dietro dei “rimborsi non dovuti […] la verità ribaltata per cavalcare una storia in cui si calpesterebbe una maternità che noi abbiamo invece all’epoca salutato con grande gioia”.
Come se non bastasse purtroppo la giocatrice ha avuto un aborto spontaneo dopo circa un mese, rendendo ancora più amara tutta questa situazione assurda.
“Anche se non sono una giocatrice di fama mondiale questo non può essere un precedente per le atlete future che si troveranno in questa situazione, perché una donna se rimane incinta non può conferire un DANNO a nessuno e non deve risarcire nessuno per questo”, si legge nel post di Lara Lugli.
Questo si che non ha bisogno di commenti.
Valerio Altieri