Paolo Sorrentino si racconta: non amo gli estremismi

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Di Alessandro Libianchi

Durante il Tabouk, il Taormina book Festival, Paolo Sorrentino si è lasciato andare ad una lunga intervista con Federico Pontiggia. Ha parlato di politica, della sua città Napoli e del sua rapporto totalmente personale con la settima arte e la cinefilia. “Faccio fatica con gli estremismi, si può trovare una ragione nel mezzo, sono di centro. Politico? No no… forse con gli anni si” ha raccontato il regista napoletano. “Io non voglio inseguire l’attualità, il mondo oggi passa il tempo la metà ad offendere la metà a scusarsi, reazioni elementari, emotive e questo rispetto al cinema non è di nessuna utilità”.

Andando avanti con il tempo si entra in uno stato di maggiore serenità, si è già vissuto molto, ci sono meno aspettative che possa accadere qualcosa. Da una parte più deprimente, da una parte ci si sente più sereni. Non ho mai chiesto tanto a me stesso. Cosa vorrei avere di più? Mi piacerebbe avere di più amor proprio, ne ho sempre avuto poco”.

Paolo Sorrentino si racconta: non amo gli estremismi

Ma ovviamente, l’argomento principale resta il cinema, in tutte le sue forme. ”Il film della mia vita? Otto e mezzo, ma non sono un cinefilo.” E anche di Parthenope non si può non parlare, sua ultima fatica presentata a Cannes e in arrivo nelle sale dal 24 ottobre grazie a PiperFilm. Il film sarà presentato con proiezioni speciali di mezzanotte a partire dal 19 settembre. ”Vogliono fare delle proiezioni un mese prima dell’uscita, per gli insonni e per i ragazzi, entrambe categorie che mi stanno simpatiche. Io sono un insonne, mi sveglio presto la mattina e mi da la possibilità di lavorare. Contribuisce alla mia immaginazione? Non so nemmeno se ho un’immaginazione”.

“”I film sono quasi sempre autobiografici, almeno per me, a volte si camuffa bene nei personaggi, a volte meno. In Parthenope la stessa cosa, non solo quello che si è vissuto ma a volte ancora di più l’autobiografia di quello che vorresti. Questa è un’autobiografia immaginaria, forse ancora più potente“. E sulle sue influenze Paolo Sorrentino ha detto: “Mi ha influenzato tantissimo il cinema americano anni Novanta, Tarantino, Jarmush, Lynch tutta la generazione che mi ha profondamente formato, Scorsese anche se più grande, io ero giovane ed era un periodo felice, anche Jane Campion

Alessandro Libianchi

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