Continua il viaggio di Papa Francesco in America Latina. Dopo essere arrivato in Cile ed aver parlato del pericolo attuale di una guerra nucleare, il Pontefice ieri ha tenuto un discorso pubblico di fronte alle autorità e ai cittadini dal Palazzo della Moneda.
Dopo essere stato accolto dalla Presidente della Repubblica uscente Michelle Bachelet e quello già eletto e pronto all’insediamento, Sebastian Pinera, il Papa ha parlato alla Chiesa cilena, in questi anni molto degenerata.
Negli ultimi anni la Chiesa cilena è stata colpita duramente dagli scandali degli abusi sessuali perpetrati da alcuni sacerdoti sui minori, fattore che ha comportato la sfiducia del popolo.
“Qui non posso fare a meno di esprimere il dolore e la vergogna che sento davanti al danno irreparabile causato a bambini da parte di ministri della Chiesa – ha sottolineato Papa Francesco in merito alla questione -. Desidero unirmi ai miei fratelli nell’episcopato, perché è giusto chiedere perdono e appoggiare con tutte le forze le vittime, mentre dobbiamo impegnarci perché ciò non si ripeta“.
Francesco ha poi espresso “dolore per il danno e la sofferenza delle vittime e delle loro famiglie, che hanno visto tradita la fiducia che avevano posto nei ministri della Chiesa. Dolore per la sofferenza delle comunità ecclesiali; e dolore anche per voi, fratelli, che oltre alla fatica della dedizione avete vissuto il danno provocato dal sospetto e dalla messa in discussione, che in alcuni o in molti può aver insinuato il dubbio, la paura e la sfiducia“.
Papa Francesco chiede maggior rispetto per l’ambiente
Richiamando all’attenzione le autorità, Papa Francesco ha poi parlato della tutela del territorio, facendo riferimento ai danni a cui le ricche risorse naturali cilene sono spesso sottoposte a causa di uno sfruttamento errato. “Siamo invitati – oggi in modo speciale – a prestare un’attenzione preferenziale alla nostra casa comune: far crescere una cultura che sappia prendersi cura della terra e a tale scopo non accontentarci solo di offrire risposte specifiche ai gravi problemi ecologici e ambientali che si presentano. Si richiede l’audacia di offrire uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico che privilegia l’irruzione del potere economico nei confronti degli ecosistemi naturali e, di conseguenza, del bene comune dei nostri popoli“.
La messa al Parque O’Higgins, il secondo parco più grande del Cile
Dopo il discorso al Palacio de la Moneda, il Pontefice si è recato al Parque O’Higgins, uno dei parchi pubblici più grandi del Cile. Qui ha tenuto una messa di fronte a migliaia di fedeli cileni che ha richiamato alla mobilitazione per un paese migliore, non rassegnato alla corruzione, violenza, sfruttamento e povertà.
“La speranza è il nuovo giorno, lo sradicamento dell’immobilità, lo scuotersi da una prostrazione negativa – ha detto Papa Francesco citando una celebre frase di Pablo Neruda. “Bisogna – continua il Pontefice – sradicare l’immobilità paralizzante di chi crede che le cose non possono cambiare, di chi ha smesso di credere nel potere trasformante di Dio Padre e nei suoi fratelli, specialmente nei suoi fratelli più fragili, nei suoi fratelli scartati“.
La visita al carcere femminile di Santiago: speranza per le detenute
Infine, Papa Francesco si è recato prima al carcere femminile di Santiago, San Joaquìn, dove ha incontrato le detenute, molte delle quali madri e costrette ad una vita di reclusione con i propri figli. Francesco ha mandato loro un messaggio di speranza, spronandole a guardare all’orizzonte, a quando saranno fuori dal carcere e intanto a vivere con gioia la loro condizione di madri, senza colpevolizzarsi.
Papa Francesco dalla cattedrale di Santiago: discorso al clero
Come ultima tappa pubblica della giornata di ieri Francesco ha parlato al clero cileno dalla cattedrale di Santiago del Cile, invitandolo “a passare dall’essere una Chiesa di abbattuti desolati a una Chiesa servitrice di tanti abbattuti che vivono accanto a noi. Una Chiesa – ha precisato – capace di porsi al servizio del suo Signore nell’affamato, nel carcerato, nell’assetato, nel senzatetto, nel denudato, nel malato… Un servizio che non si identifica con l’assistenzialismo o il paternalismo, ma con la conversione del cuore“.
In serata il Pontefice ha visitato il Santuario San Alberto Hurtado e ha poi incontato 90 sacerdoti gesuiti con i quali si è intrattenuto.
Oggi il Pontefice è atteso nell’Araucania, una zona centro-meridionale del Cile, dove la situazione è particolarmente tesa in questi giorni. Infatti, diverse chiese, anche ieri, sono state prese d’assalto ed incendiate sia nella zona sia altrove, come segno di protesta contro il cattolicesimo e la visita di Papa Francesco in Cile.