“Paracetamolo e niente antibiotici”, polemica sulla bozza del protocollo “cure a casa”

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Di Redazione Metropolitan

“Paracetamolo e niente antibiotici”, polemica sulla bozza del protocollo “cure a casa”. Oggi, c’è solo un modo per salvare gli ospedali dal default: curare a casa i pazienti positivi al Covid-19 ma che presentano sintomi lievi. Va in questo senso anche l’idea di potenziare in ogni provincia, fino a 110 strutture totali, i Covid hotel per chi ha difficoltà a restare in isolamento domiciliare nella propria abitazione, magari perché di dimensioni ridotte e condivisa con altre persone. Ma da mesi i medici di famiglia reclamano un protocollo unico sul territorio nazionale per fare chiarezza sui farmaci da somministrare e sulle procedure. E invece, finora, ne sono circolati diversi, differenti tra di loro non solo a livello regionale ma perfino provinciale. Ieri però è uscita (finalmente), la bozza di protocollo per le cure domiciliari.

Bozza del protocollo “cure a casa”

“Paracetamolo per i sintomi febbrili, gli antinfiammatori se il quadro clinico del paziente Covid inizia ad aggravarsi, cortisone solo in emergenza per evitare di aggredire il sistema immunitario del malato. Nessun antireumatico, nè antibiotici. Eparina per le persone che hanno difficoltà a muoversi”. Sono queste le indicazioni terapeutiche per le cure a casa dei malati di Covid contenute nella bozza del Protocollo messo a punto dalla Commissione nazionale coordinata, su nomina di Agenas, dal direttore della clinica di Malattie Infettive del San Martino, Matteo Bassetti.

La bozza delle cure a casa, ha provocato sconcerto tra i medici di famiglia che contestano di non essere stati interpellati e non condividono le indicazioni terapeutiche. Poco prima della diffusione del contenuto della bozza, il segretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg) Silvestro Scotti aveva spiegato all’Ansa quali sono le attuali terapie usate dai medici di Medicina generale: “Per le cure a casa dei pazienti con Covid noi medici di famiglia siamo fermi alle indicazioni che ci sono state fornite tra marzo e aprile. Trattiamo gli assistiti con paracetamolo, ibuprofene, vitamine in prima battuta. Se invece la febbre si protrae, anche antibiotici e cortisone. Se sopraggiunge la dispnea e la saturimetria scende troppo indichiamo l’ospedale”.