Un altro lupo è stato trovato impiccato nei pressi del Parco del Gargano. Da molti mesi, gli allevatori stavano lamentando l’eccessiva presenza di esemplari della zona a danni dei loro animali. Il WWF è intervenuto denunciando l’episodio e traducendolo come gesto d’ignoranza.
Il caso del lupo trovato impiccato
Nel Parco del Gargano, precisamente nei pressi del lago di Varano, è stato ritrovato un lupo impiccato ad un albero. Un episodio – e una foto diffusa sui social – che ha fatto indignare e che ha riportato a galla una criticità che, da anni, il territorio foggiano riscontra: l’eccessiva presenza di lupi. Un fenomeno che scatena delle dispendiose e spiacevoli conseguenze, come quelle sollecitate dai numerosi allevatori della zona, i quali hanno subito danni ai loro animali. In una decina d’anni, secondo alcune stime, gli esemplari si sono raddoppiati mettendo a rischio le produzioni agricole e d’allevamento, l’idrogeologia del territorio e l’incolumità degli agricoltori e degli automobilisti.
Le parole del WWF: “Questi atteggiamenti sono frutto di ignoranza e pregiudizi duri a morire“
Un’episodio, quello del lupo brutalizzato da mano umana, che non ha lasciato indifferente il direttore scientifico di WWF Italia, Marco Galaverni: “Purtroppo non è il primo caso di accanimento nei confronti del lupo, la cui presenza sul territorio è sintomo di ecosistemi in salute oltre che essere garanzia del controllo della presenza di ungulati come i cinghiali. È necessario un salto culturale, perché questi atteggiamenti sono frutto di ignoranza e pregiudizi duri a morire. Come Wwf, continueremo a lavorare sul doppio binario della coesistenza tra comunità umane e grandi carnivori e dell’informazione e sensibilizzazione, in particolare in quelle aree che insistono in territori dove il lupo è ritornato dopo decenni di assenza, come le aree suburbane e quelle costiere“. Infatti, l’episodio protagonista dell’articolo segue di poche ore quello avvenuto nel Cadore. Un uomo ha mostrato sui social l’inseguimento in auto di alcuni lupi, su una strada costeggiata da cumuli di neve, nel tentativo di sfiancare gli animali.
Gli allevatori propongono una “task force” per la loro tutela
Nel dicembre scorso, la CIA – Confederazione Italiana Agricoltori – della provincia di Foggia ha inviato una lettera la presidente del Parco nazionale del Gargano, Pasquale Pazienza. Nella missiva, vi erano degli spunti per affrontare alcune tematiche relative ai danni subiti dalle aziende agroalimentari e agro-zootecniche, a causa della fauna selvatica. Tali aziende hanno presentato delle domande di risarcimento per una somma complessiva di 300mila euro. Nella lettera, è stato sottolineato anche il fenomeno dell’accoppiamento dei numerosi cani abbandonati con esemplari di lupo, i quali danno vita ai cani inselvatichiti. Da una parte gli animalisti sono fermamente contrari all’uccisione e alla brutalizzazione del lupo; dall’altra, i lavoratori del Parco del Gargano spingono affinché si sviluppi una task force per limitare i danni provocati dalla fauna selvatica.
La proposta dei naturalisti foggiani
Vincenzo Rizzi, naturalista foggiano, ha avanzato uno spunto di riflessione: “Il problema del lupo esiste ma potrebbe diventare anche una risorsa per il territorio. L’intelligenza dell’uomo sta nel trasformare questa situazione di conflittualità in una situazione di sviluppo del territorio. Bisognerebbe iniziare a pensare che queste specie, come il lupo, se gestite in maniera idonea, possono diventare un’attrattiva per il turismo“. Infine, Rizzi ha concluso: “La soluzione non è quella di uccidere il lupo. Quanto accaduto sul Gargano dimostra la pochezza culturale in cui viviamo“.
Chiara Bigiotti