Giorgio Parisi vince il Premio Nobel per la Fisica per i suoi studi condotti dal 1978 sui sistemi complessi. Il suo lavoro è stato fondamentale per comprendere meglio il sistema planetario e i cambiamenti climatici. I sistemi complessi trovano poi applicazione nella vita quotidiana. Sono stati rilevanti soprattutto per l’intelligenza artificiale, campo su cui Parisi intende concentrarsi nei suoi studi futuri.
Parisi vince il Premio Nobel per la Fisica grazie ai suoi studi iniziati più di quarant’anni fa sui sistemi complessi
Giorgio Parisi ha vinto il Premio Nobel per la Fisica sui suoi studi sui sistemi complessi. Il fisico italiano per anni è stato a capo dell’Accademia dei Lincei. Gli è stato assegnato ieri il riconoscimento dell’Accademia di Stoccolma. La notizia arriva dal Corriere della Sera con una lunga intervista al vincitore. «Vorrei ringraziare prima di tutto il mio maestro Nicola Cabibbo – dice Parisi – e tanti altri fisici con i quali ho collaborato. È stato un lavoro di tanti».
Gli studi di Parisi in questo campo erano incominciati già più di quarant’anni fa, nel lontano Natale del 1978. Il fisico ha però realizzato solo nel 1983 che si stava approcciando a dei sistemi complessi quando, assieme a dei colleghi di Parigi, ha capito qual era il significato delle equazioni che stavano studiando. Gli studi di quarant’anni fa sono inoltre stati particolarmente rilevanti per il sistema planetario e sono serviti anche per comprendere i cambiamenti climatici.
Ma che cos’è un sistema complesso?
«Un cane è per esempio un sistema estremamente complesso – spiega Parisi -. Lo si può descrivere guardandolo fisicamente da fuori e internamente con tutti gli ormoni e tutte le cellule che lo compongono. C’è anche la complessità che riguarda la descrizione affettiva del rapporto con il padrone». Quando si studia e si analizza sistemi complessi bisogna dunque prendere in considerazione molte prospettive diverse.
I sistemi complessi e l’intelligenza artificiale
I sistemi fisici complessi trovano applicazione nella nostra realtà quotidiana anche con l’intelligenza artificiale. «Gli studi sono connessi a quelli fatti negli anni ‘80. Molte cose sono già state utilizzate, ma molte altre possono essere ancora sfruttate. Ora vorrei io stesso riprendere in mano l’intelligenza artificiale per rimetterla in moto».
I campi di applicazione dell’intelligenza artificiale sono tantissimi. Può essere sfruttata per esempio per trovare nuovi medicinali. Può essere altrimenti utilizzata nella guida automatica di un’automobile riducendo così il numero di incidenti sulla strada. «L’intelligenza artificiale ha la capacità di informarsi sul mondo esterno molto meglio dell’uomo – spiega Parisi -. Ma bisogna stare attenti. Ci sono anche risvolti pericolosi. Il sistema di armi letali non può essere lasciato in mano alle macchine. Non possono essere loro a decidere chi uccidere o meno. Ci deve sempre essere dietro l’intervento umano».
L’incontro con le istituzioni della Repubblica italiana
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha già telefonato al vincitore del Nobel per congratularsi con lui, mentre il Primo Ministro Mario Draghi intende vederlo di persona al più presto.