Partito Democratico: tutti contro tutti

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Di Redazione Metropolitan

Il Presidente del Partito Democratico Orfini convoca l’assemblea il 7 Luglio prossimo. Tra i democratici tira aria di resa dei conti. Il Nazareno, fulcro della vita politica italiana negli ultimi anni, ora è ai margini, relegato al ruolo di opposizione a cui il PD non sembra più avvezzo. Il “fantasma” di Renzi rende inquieti i compagni di partito.

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Calenda invoca un superamento del Partito Democratico in favore di un non ben definito Fronte Repubblicano e Orfini auspica una forte virata a sinistra. L’unica cosa certa è che la prossima assemblea sarà solo il primo round di uno scontro interno al partito, destinato a creare nuove divisioni. Come la Democrazia Cristiana, anche il PD attualmente è composto, o meglio attraversato, da varie correnti. L’ex Ministro dello Sviluppo Economico Calenda, il Presidente Orfini e un variegato fronte “anti Renzi” composto da Zingaretti, Delrio e dallo stesso Martina.

“Convocherò l’assemblea il 7 luglio e il decideremo. Tutti invocano un congresso costituente. Con le nostre attuali regole il congresso è una conta su dei nomi che serve a ridefinire gli equilibri interni del Pd. Per aprire una fase costituente bisogna invece ripensare il Pd, le sue regole, darsi il tempo che serve per coinvolgere chi non ci ha più votato. Chi ha idee le può far vivere in un congresso o in una discussione più larga. Chi non le ha si affanna sulle procedure. La legge elettorale non prevede il candidato premier, il candidato premier di fatto già non c’è più. Ma resto dell’idea che il leader del Pd sia scelto dagli elettori con le primarie e non dagli editori con i loro giornali”. 

Queste le dichiarazioni di Orfine all’indomani della batosta elettorale delle amministrative. Questa assemblea è molto importante poichè a seconda del suo esito si potrà comprendere la strada presa dal Partito Democratico. Fino ad oggi la linea era quella di eleggere Martina segretario con pieni poteri, in modo tale da traghettare il Partito in una fare ricostituente. Ed è qui che entrano in campo le correnti, da una parte chi vorrebbe un rapido congresso, dall’altra chi temporeggia per acquistare consensi interni. La linea dei Renziani è quella di andare il prima possibile al congresso, Orfini sposa questa strategia pur rimarcando la sua distanza dall’ex rottamatore. Sui social il presidente pubblica un post dove esprime le sue critiche nei confronti del precedente esecutivo sul tema immigrazione.

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Questa posizione lo mette in contrapposizione a Calenda, il quale vede proprio in Gentiloni un uomo su cui puntare. L’idea è che Orfini sia alla ricerca consensi a sinistra del Partito Democratico sperando di poter concorrere per la segreteria. Fonti interne al PD affermano che l’idea del Fronte Repubblicano non abbia riscosso particolari successi, incurante di ciò l’ex Ministro ribadisce ogni giorno di più il bisogno di creare un nuovo soggetto civico. L’unico a non pronunciarsi in questo frangente è proprio Renzi, probabilmente intento a studiare una strategia da mettere in atto alla prossima assemblea. Il 7 Luglio si inizia, la fine non è prevista, la Sinistra italiana non si smentisce, continuando nella lunga tradizione di divisioni e liti interne. Salvini ringrazia.