La vittoria di un partito che attinge ad una storia legata al movimento nazista in Austria non solo preoccupa, ma fa sorgere molti quesiti su dove stia andando politicamente l’Europa oggi.

Mette in allarme la recente vittoria del Partito della Libertà Austriaco (FPÖ), che ha conquistato il 29,2% dei voti nelle elezioni politiche del 29 settembre 2024. Questo partito ha origini controverse, essendo stato fondato nel 1956 da Anton Reinthaller, ex membro delle SS naziste e ministro durante il regime hitleriano. Sebbene l’FPÖ si sia evoluto nel corso dei decenni, il suo passato continua a sollevare interrogativi e preoccupazioni, sia a livello nazionale che internazionale, in particolare per la sua retorica nazionalista e le sue posizioni intransigenti su temi come l’immigrazione.

Le radici del partito nella politica nazista in Austria: FPÖ ora è più una forza populista

Il FPÖ fu creato negli anni ’50 da una combinazione di ex membri del regime nazista e nazionalisti austriaci, con l’obiettivo di rappresentare l’opposizione di destra alle forze politiche più progressiste. Anton Reinthaller, il fondatore del partito, era una figura strettamente legata al nazismo, avendo ricoperto ruoli chiave nelle SS e nel governo austriaco durante l’occupazione nazista. Il FPÖ, quindi, partì con un’eredità politica controversa, un elemento che non ha mai completamente abbandonato.

Negli anni ’80, sotto la guida di Jörg Haider, il partito subì una trasformazione radicale, allontanandosi dalle sue origini più estremiste e adottando un approccio populista. Haider si concentrò su temi come l’immigrazione e la globalizzazione, facendo leva sulle paure e sul malcontento di una parte dell’elettorato austriaco. Questo portò l’FPÖ a ottenere un crescente consenso, culminato nella partecipazione al governo austriaco all’inizio degli anni 2000.

Un partito dalla storia nazista è al potere in Austria oggi: il successo del FPÖ sotto Herbert Kickl

Negli ultimi anni, il FPÖ ha continuato a raccogliere consensi sotto la leadership di Herbert Kickl, ex ministro degli Interni e figura politica di spicco nel panorama austriaco. Kickl ha posto una forte enfasi sulle questioni legate all’immigrazione e alla sicurezza, utilizzando una retorica nazionalista e sovranista. Tra i temi principali del partito vi sono la difesa dell’identità austriaca, la critica all’Unione Europea e una politica di chiusura verso i migranti, in particolare quelli di origine islamica.

La pandemia di COVID-19 e le conseguenti restrizioni hanno contribuito a dare nuovo impulso al FPÖ, che ha capitalizzato sul malcontento popolare per le misure governative e per le difficoltà economiche legate all’inflazione e alla crisi energetica. Questo ha portato molti elettori a vedere nel FPÖ un’alternativa radicale ai partiti tradizionali come l’ÖVP (Partito Popolare Austriaco) e i Verdi.

Nelle elezioni del 2024, l’FPÖ ha ottenuto una storica vittoria, diventando il primo partito con il 29,2% dei voti. Questo risultato rappresenta un punto di svolta per la politica austriaca, essendo la prima volta dal dopoguerra che un partito di estrema destra ottiene un tale livello di consenso. Tuttavia, l’FPÖ non ha la maggioranza sufficiente per governare da solo, e Kickl dovrà cercare alleanze con altre forze politiche per formare un governo.

La sfida delle coalizioni: incertezze sul futuro governo

Nonostante la vittoria elettorale, il futuro del FPÖ nel governo austriaco rimane incerto. Kickl ha espresso la volontà di negoziare con tutti i partiti per formare una coalizione, ma il Partito Popolare Austriaco (ÖVP), che ha ottenuto il 26,2% dei voti, ha manifestato riluttanza a collaborare direttamente con l’FPÖ. Il cancelliere uscente Karl Nehammer ha indicato che una coalizione con l’FPÖ potrebbe essere considerata solo in circostanze eccezionali, mentre altre opzioni di coalizione, come con i socialdemocratici (SPÖ) o i liberali del NEOS, rimangono poco probabili.

Il contesto europeo gioca un ruolo fondamentale in queste dinamiche. Il successo dell’FPÖ non è isolato, ma si inserisce in un trend più ampio di ascesa dei partiti populisti di destra in Europa, da Marine Le Pen in Francia a Giorgia Meloni in Italia. Questi movimenti condividono una visione nazionalista, euroscettica e contraria all’immigrazione, il che crea preoccupazioni per la stabilità dell’Unione Europea e il suo futuro politico. Le posizioni di Kickl sono vicine a quelle del premier ungherese Viktor Orbán, noto per le sue politiche autoritarie e anti-immigrazione, il che solleva ulteriori dubbi sul futuro equilibrio politico in Europa.

Un partito nazista in Austria? Le implicazioni europee e internazionali

La vittoria del FPÖ in Austria avviene in un momento di crescente tensione politica in Europa, con molti paesi che affrontano l’avanzata di movimenti nazionalisti e sovranisti. La crisi migratoria del 2015, seguita dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, ha alimentato il sentimento di incertezza e paura in molte nazioni europee. L’Austria non è stata immune a questi cambiamenti, e l’FPÖ ha saputo sfruttare queste paure a proprio vantaggio, offrendo soluzioni semplici a problemi complessi.

A livello internazionale, il successo dell’FPÖ ha destato preoccupazioni, soprattutto per quanto riguarda le sue affinità con regimi autoritari e populisti come quello ungherese. Un’ulteriore frammentazione dell’Unione Europea potrebbe essere il risultato della crescente influenza di questi movimenti, che rischiano di compromettere gli sforzi di integrazione europea e di ostacolare una risposta unitaria alle sfide globali.

Questa “estrema” destra non è estrema: è è populista, generalista, a tratti ignorante, che forse è la cosa peggiore

L’avanzata della destra estrema in Europa, caratterizzata non solo da posizioni radicali ma anche da un populismo dilagante, è un segnale preoccupante. Non si tratta più solo di partiti nazionalisti che propongono misure controverse sull’immigrazione o sulla sicurezza, ma di movimenti che cavalcano il malcontento generale con messaggi semplici, retorica anti-élite e soluzioni immediate a problemi complessi. Questo populismo, apparentemente generalista, mina le fondamenta della democrazia rappresentativa, spingendo verso una “post-democrazia”, dove i cittadini non partecipano attivamente al processo democratico ma si limitano a sostenere leader autoritari che promettono un ritorno a un passato idealizzato. Ciò è forse ancora più pericoloso dell’estremismo stesso, poiché il populismo trasversale finisce per svuotare la politica di contenuti reali, sostituendola con slogan e promesse facili.

Sebbene l’FPÖ abbia inizialmente avuto legami con il regime nazista, il partito si è trasformato in una forza politica populista che oggi raccoglie ampi consensi tra coloro che sono preoccupati per l’immigrazione, la sicurezza e l’identità nazionale. La recente vittoria elettorale del FPÖ è un segnale delle profonde divisioni che attraversano l’Europa, e rappresenta una sfida per la stabilità politica sia a livello nazionale che internazionale. Resta da vedere come il partito riuscirà a tradurre questo successo elettorale in una coalizione di governo stabile, e quale sarà l’impatto di questa nuova fase politica per l’Austria e l’Unione Europea.

Maria Paola Pizzonia