Ormai da mesi è aperto il dibattito sul possibile passaporto vaccinale europeo. L’Academic Fellow al Dipartimento di Studi Giuridici dell’Università Bocconi, Giovanni De Gregorio, ha esaminato i punti critici del documento.
Sanità
La questione sanitaria è il principale tema di discussione. Il completamento del percorso di vaccinazione e la guarigione dal virus non garantiscono infatti la totale protezione dal virus. Inoltre anche la terza opzione valida per ottenere il pass vaccinale, il tampone negativo, non fornisce alcuna certezza a riguardo.
Privacy Pass Vaccinale
In tutti e tre i casi sono richiesti dati personali e sensibili. Come affermato da De Gregorio: “Se devo restringere una libertà personale, ma lo faccio in base a dati non ancora testabili, questo pone dei dubbi. Perché la mia libertà personale deve essere ristretta sulla base di informazioni che non garantiscono l’applicazione di procedure certe?”. Dovrebbe esserci dunque il minor numero possibile di dati sensibili, limitandosi ai dati sufficienti alla finalità.
Discriminazioni
Il documento rischia di divenire discriminatorio in assenza di un quadro normativo che definisca i limiti e le finalità nel dettaglio. In questo caso poi potrebbe essere violato il principio di uguaglianza. Il cittadino infatti non può scegliere in qualsiasi momento di fare il vaccino. Alcuni soggetti che non possono accedere a prestazioni sono discriminati.