Grande successo al Quirino per la “Medea” del Teatro Patologico: il progetto di Dario D’Ambrosi che porta in scena ragazzi con disabilità fisiche e mentali.

L’ Associazione del Teatro Patologico nasce nel 1992 diretta dal fondatore e ideatore Dario D’Ambrosi. Dallo stesso anno comincia un lavoro unico ed universale: quello di trovare un contatto tra il teatro e le gravi malattie mentali. Oltre ai magici benefici terapeutici del teatro nei confronti dei ragazzi (lo stimolo della libertà creativa e l’inserimento sociale), l’Associazione, collaborando con la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo ‘Tor Vergata’, svolge un importante lavoro di ricerca e formazione nel campo della riabilitazione neuropsichiatrica.

Almerica Schiavo nei panni di Medea (PHOTO CREDITS: Federica Di Benedetto)

Al teatro Quirino questo fine settimana è andato in scena un cavallo di battaglia del Teatro Patologico: Medea, l’emarginata per eccellenza, potente maga sedotta e abbandonata, la cui femminista collera passionale dà vita a una delle tragedie greche più famose. La pazzia di Medea qui si fa ponte per incanalare in maniera positiva e creativa la malattia mentale degli attori dell’associazione. I personaggi principali della storia sono impersonati da attori professionisti ma è il coro greco il vero protagonista dello spettacolo, interpretato dagli attori diversamente abili che, sotto la creativa guida musicale di Francesco Santalucia e Papaceccio, cantano abilmente in greco antico donando così alla messa in scena una suggestione unica.

Backstage Medea (PHOTO CREDITS: Federica Di Benedetto)

Anche la fisicità del coro è messa alla prova, trasformando i ragazzi in una vivente e dinamica scenografia coreografata. Un lungo momento dello spettacolo prevedeva appunto due grandi teli sorretti dai ragazzi stessi che li coprivano completamente, come a simboleggiare il posto che purtroppo ancora occupano in società, meglio non vederli anche se faticano e lottano duramente per esserci.

Backstage Medea (PHOTO CREDITS: Federica Di Benedetto)

Durante gli applausi uno dei ragazzi prende la parola esclamando “Il teatro è potente come una bomba atomica!” inscenando con i compagni e con i tamburi un’esplosione di gioia per ricordarci la strabiliante “magia del teatro” (non a caso nome della scuola di formazione del Patologico).

Dopo essere stato presentato nelle principali capitali europee, il lavoro del Teatro Patologico sbarcherà quest’anno a Tokyo per esibirsi poi nel Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite di New York il 4 dicembre.

Applausi al Quirino (PHOTO CREDITS: Federica Di Benedetto)