Paul Valéry è stato uno scrittore, poeta e filosofo francese. Esordisce a cavallo tra gli sgoccioli del romanticismo e la nascita del decadentismo.

La vita di Paul Valéry

Ambroise Pau Toussaint Jules Valéry nasce il 30 ottobre 1871. Nel 1889 inizia gli studi di diritto, pubblicando i suoi primi versi nella Revue maritime de Marseille

È un intellettuale dalle mille sfaccettature, si dedica alla filosofia e alla matematica, scrivendo saggi e aforismi, attivo politicamente e socialmente.

Tuttavia la sua vera nascita da intellettuale avviene dopo una profonda crisi intellettuale: la notte di Genova.

L’inquietudine esistenziale colpisce il suo cuore, durante la notte…

Passata sul mio letto – dappertutto la tempesta – la mia camera che abbagliava a ogni lampo – e tutta la mia sorte si giocava nella mia testa. Sono tra me e me.

È la notte tra il 4 e il 5 ottobre 1892, Paul Valéry decide di lasciar perdere la poesia, la letteratura. Eppure, dopo pochi anni la penna lo richiama all’arte. 

Nel 1917 pubblica il poema La Giovane Parca, ma la sua opera più famosa resta Cahiers, pubblicato postumo, dopo la morte (a Parigi, il 20 luglio 1945) del poeta.

Cahiers, Paul Valéry. Photo: Web.
Cahiers, Paul Valéry. Photo: Web.

Si tratta di una raccolta delle riflessioni letterarie, filosofiche e antropologiche del poeta. Le sue preoccupazioni su carta perché “gli altri fanno libri, io faccio la mia mente”. 

Se c’è un messaggio che le poesie di Paul Valéry possono insegnarci è che: 

La poesia è il tentativo di rappresentare o restituire attraverso il linguaggio articolato queste cose o questa cosa che oscuramente tentano di esprimere le grida, le lacrime, le carezze, i baci, i sospiri.

E questo può avvenire solo se il lessico si libera dei pericoli e delle resistenze mentali, liberato dall’intelligenza e dalle riflessioni individuali dell’uomo. Le profonde crisi esistenziali sono solo sintomi di un intellettuale prigioniero che sgomita per trovare pace.

Serena Votano