Il Pd di Renzi manca il sorpasso al MoVimento di Beppe Grillo e perde quasi 2 punti nell’ultimo mese. Dopo le elezioni amministrative, nei sondaggi, è di nuovo testa a testa tra i dem e i pentastellati. E intanto il centrodestra potrebbe riservare sorprese.

Il grafico elaborato dall’Istituto Ixè per Agorà

Il crollo Pd nei sondaggi e i problemi di comunicazione

Il Pd di Matteo Renzi perde quasi 2 punti nell’ultimo mese e scende al 27,5% delle preferenze. I dati arrivano dalle ultime rilevazioni sulle intenzioni di voto dell’Istituto Ixè per Agorà-Rai3. Dati discussi e presentati nella trasmissione della terza rete.

Sebbene i sondaggi non siano da prendere sempre alla lettera, confermano il trend negativo del Partito Democratico, in discesa da ben 8 settimane.

Interrogandosi sulle possibili cause del brusco calo di preferenze del Pd, vengono in mente i famosi tre errori nella comunicazione di Renzi. Quelli che erano emersi quando il leader dei dem aveva cancellato il post sulla questione migranti. Alcuni esperti di comunicazione avevano infatti parlato di svolta verso il gentismo (populismo in versione web) e di passaggio da leadership a followship.

In particolare, in quel post, a molti era sembrato di sentir parlare un altro Matteo, Salvini. E di fare il suo gioco, volente o nolente. Senza contare le affermazioni recenti sui tagli delle tasse, tipiche di un altro leader di centrodestra, Silvio Berlusconi.

Può sembrare una coincidenza, ma gli stessi sondaggi che danno il Pd (e anche M5s) in calo, registrano anche il balzo della Lega di Matteo Salvini al 14 per cento (era al 12,6).

E può sembrare di nuovo una coincidenza che, nell’ultima settimana, Matteo Renzi stia operando una serie di cambiamenti allo staff che si occupa della comunicazione, sua e del Pd.

La sorte alle urne del Partito Democratico sembra dunque legata principalmente alle mosse e al successo del suo segretario. Anche perché il gradimento e la fiducia per il premier Pd, Paolo Gentiloni, restano invece stabili.

Ovviamente ognuno è libero di interpretare numeri e fatti in altro modo.

Pd e M5s: di nuovo testa a testa, ma attenti alla Lega

Dunque, il Pd continua a calare nelle intenzioni di voto: ieri era al 26,9%.

Abbandonate le speranze, risalenti a maggio, di toccare nuovamente la soglia psicologica del 30%, si conferma l’indebolimento del partito. In questi due mesi ci sono state le Amministrative, che non

I leader di Pd e M5s credits: newspedia.it

sono andate non benissimo. Poi le polemiche sulla comunicazione di Renzi e del Pd, soprattutto sul fronte “social”. Infine la campagna sullo ius soli,con il governo costretto a rimandare tutto a settembre.

Ora è di nuovo testa a testa con il MoVimento 5 stelle, che pure perde terreno nei sondaggi di Ixè per Agorà con un calo dell’1,2%. E non approfitta del momento di difficoltà dell’avversario per un sorpasso.

Questi i dati sui primi due partiti. E gli altri, come se la passano?

Stando ai dati Ixè, al momento quella di centrodestra sarebbe la prima coalizione, con oltre il 32% di preferenze. Coalizione che adesso sarebbe guidata dalla Lega di Matteo Salvini (14%) e che avrebbe trovato un accordo per una lista unica con Berlusconi (13,7%) e Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia è ferma al 4,4%). Oltre ad essere in periodo di ascesa.

Il Pd, invece, avrebbe difficoltà a vincere, al momento, anche in coalizione con Art.1-Mdp.

In coda, appena sotto la soglia del 3 per cento, Alternativa Popolare e Sinistra Italiana.

Tra gli argomenti che “pesano” di più, proprio l’emergenza immigrazione, che è costata la gaffe social a Matteo Renzi. Per il Pd la strada sembra proprio in salita.

Federica Macchia