L’emergenza dovuta al Coronavirus ha comportato tante conseguenze. Una delle più note è sicuramente la sospensione di tante produzioni cinematografiche e televisive. Tra queste vi è quella di “Peaky Blinders”.
“Take a little walk to the edge of town
And go across the tracks
Where the viaduct looms
Like a bird of doom
As it shifts and cracks
Where secrets lie in the border fires
In the humming wires
Hey man, you know
You’re never coming back”
Peaky Blinders: la trama
Creata da Steven Knight nel 2013 e diventata col tempo un prodotto di culto, “Peaky Blinders” è una serie ambientata nella Birmingham dei primi del Novecento.
La saga criminale con protagonista Thomas Shelby (Cillian Murphy) e tutte le tragiche e spudorate figure che gli girano attorno era giunto al traguardo della sesta stagione (la penultima stando a Knight).
Ovviamente il set della suddetta stagione è stato recentemente chiuso proprio a causa del Covid-19 e questo significa che rivedremo Tommy e soci più tardi di quanto promesso.
Non che “Peaky Blinders” abbia basato il suo successo sulla presenza costante negli schermi televisivi data che ogni due stagioni c’è la pausa di un anno e in Italia è arrivato persino con qualche anno di ritardo su Netflix.
In attesa quindi degli ultimi capitoli della storia di Birmingham e degli Shelby, facciamo un riepilogo di ciò che è accaduto nella stagione precedente.
Black Sunday e Mr. Jones
Alla fine della quarta stagione, Thomas e famiglia erano usciti trionfanti della guerra con il gangster Luca Changretta, preparandosi per un grandioso futuro con Tommy membro del Parlamento inglese.
Era il 1927. Ora siamo nel ‘29 in una Birmingham schiacciata dalla Grande Depressione (drammatica conseguenza del famigerato Martedì Nero). Il mondo è cambiato e lo stesso Thomas sembra essere diverso da come l’avevamo conosciuto dieci anni prima.
Tommy è un uomo che ha raggiunto una posizione di potere che dovrebbe teoricamente allontanarlo dal suo passato criminale ma il peso di tutte le perdite subite (in particolar modo l’amata Grace) lo spinge verso un progressivo allontanamento dalla realtà.
Ciò non lo rende del tutto preparato ad alleanze troppo imprevedibili (come quella con lo zingaro Aberama Gold e il fratello Arthur) e a nuove minacce personificate dalla banda rivale dei Billy Boys e soprattutto da Oswald Mosley.
Interpretato da Sam Claflin, Mosley è ispirato all’omonimo personaggio storico che fondò nel 1932 l’Unione Britannica dei Fascisti e per questo si dimostra un avversario insidioso e speculare a Tommy.
Non abbiamo di fronte un antagonista feroce come Changretta o instabile come Chester Campbell ma una vera e propria mente diabolica che sfrutta il suo carisma e l’odio per minacciare la democrazia e riportare Tommy alla realtà.
Una realtà in cui Thomas Shelby è ed è sempre stato un uomo tormentato e, in fondo, incapace di adeguarsi ai cambiamenti della sua epoca e della sua famiglia.
Un fatto che si può riscontrare soprattutto nell’epilogo della quinta stagione in cui non solo vediamo l’inaspettato (e un po’ tirato per i capelli) ma sempre gradito rientro di un personaggio di cui non ci stancheremo mai, ma in cui giungiamo al punto di non ritorno.
L’inizio di quella che sarà probabilmente la disfatta della famiglia Shelby, ormai sempre più divisi dai conflitti e soprattutto dalla sfiducia.
In attesa di sapere come Tommy Shelby si confronterà con i suoi nemici e i suoi cari, quale occasione migliore per recuperare (o riscoprire) la serie BBC più apprezzata di tutti i tempi?
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