Peggy Guggenheim è stata una collezionista d’arte e mecenate americana, nonchè illuminata gallerista che ha avuto un ruolo influente e fondamentale nella diffusione dell’arte moderna e contemporanea in Europa e negli Stati Uniti.

Chi è Peggy Guggenheim?

peggy-guggenheim © Peggy Guggenehim Collection

Nata a New York il 26 agosto 1898 dalla famiglia appartenente alla dinastia Guggenheim, che aveva fatto la sua fortuna con l’industia mineraria, Peggy era la seconda di tre figlie. Con la madre il rapporto fu sempre complicato e il padre morì nell’affondamento del Titanic, perdita di cui ritrovò l’eco anche nei rapporti amorosi che ebbe con gli uomini durante la sua vita. Lei stessa diceva: “In un certo senso non mi sono mai ripresa, visto che da allora sono sempre stata in cerca d’un padre”.

Nel 1922 Peggy Guggenheim sposa Robert Vail, pittore dadaista, e insieme si trasferiscono a Parigi. É nella capitale francese, e grazie al marito, che Peggy si avvicina all’ambiente bohémien delle avanguardie artistiche e pittoriche. Cominciando a frequentare Man Ray (per cui poserà nel 1924), Brancusi, Duchamp si avvicinò al mondo degli artisti più interessanti del momento, imparando attraverso loro e le opere, a consocere profondamente l’arte.

Peggy Guggenheim: da Parigi a Londra

Nel 1929, dopo sette anni di matrimonio e due figli, Sinbdad e Pegeen, Peggy e Robert divorziarono. Lei si legò al critico letterario inglese John Holms, ma in breve tempo la relazione finì. Nonostante ciò, lei l’avrebbe continuata a ricordare sempre come la sua grande storia d’amore, unica e diversa rispetto a tutte le relazioni avute con altri, come Douglas Garman, Samuel Beckett, Cocteau, Duchamp, Jackson Polloc, Tanguy, Giacometti. In ogni caso, da ogni uomo lei prese per sè qualcosa: da Beckett imparò a considerare l’arte una cosa viva. Grazie a Duchamp conobbe il panorama artistico del momento, imparando molto in fatto di differenza tra arte astratta e surrealista.

Dopo la fine della relazione con Douglas Garman, pionere dell’espressionismo astratto che affonda le sue radici nel surrealismo, nel 1938, lei fondò la Galleria d’Arte Guggenheim Jeune a Londra. Scelse come consulenti Duchamp e Cocteau e Brancusi fu il primo artista ad esporre. Dopo di lui, nel medesimo spazio esposero, tra i tanti, anche Pablo Picasso, Salvador Dalì e Joan Mirò.

Il ritorno a New York e l’ultimo matrimonio

Tra il 1939 e il 1940 Peggy Guggenheim abbandonò Londra per tornare a Parigi. Nel 1941 l’Europa era nel bel mezzo del secondo conflitto mondiale e l’esercito nazista stava avanzando verso la capitale francese, dove lei si trovava. Decise allora di tornare a New York, ma non prima di aver acquistato quante più opere possibili, finendo per comprarne “una al giorno” come dirà lei stessa. Chiese al Louvre di custodire la sua collezione privata, ma il museo negò il permesso ritenendola poco importante. Così, da donna intelligente, risoluta e determinata quale era, la collezionista salvò il patrimonio che aveva acquistato spedendolo a New York nascosto nei bagagli personali.

Ma la fuga e la salvezza delle opere non fu l’unica a cui lei contribuì. Peggy Guggenheim aiutò a fuggire verso l’America l’artista surrealista Max Ernst e l’ex marito Robert Vail insieme alla sua nuova famiglia. nel 1942, poi, con Ernst lei si sposò e con lui per l’ultima volta. Nel 1946 divorziarono e lei motivò così la fine del loro matrimonio: “La tranquillità era tutto ciò di cui Max (Ernst) aveva bisogno per dipingere, e l’amore era tutto ciò di cui avevo bisogno per vivere. Poiché nessuno dei due ha dato all’altro ciò che più desiderava, la nostra unione era destinata a fallire”.

La prima galleria di New York: Art Of This Century

Nel 1942 Peggy aprì la sua prima galleria a New York in uno spazio sulla 57esima strada che l’architetto Kieser allestì trasformandolo da negozio di sartoria in una struttura espositiva unica. La Art Of This Century diventa centro di incontro di artisti innovativi del panorama sia americano che europeo. Qui vennero lanciati Mark Rothko, Jackson Pollock, ma esposero anche Giorgio De Chirico, Alberto Giacometti e Salvador Dalì, per citarne alcuni. Nella Galleria Peggy organizzò anche due importanti collettive di artiste donne e numerose personali dedicate ad artiste come Irene Rice Pereira e Janet Sobel.

New York era il suo luogo d’origine, ma l’attrazione per l’Europa fu sempre viva in Peggy Guggenheim che, nel 1948, arrivò a Venezia per esporre alla XXIV Biennale, momento cruciale per la storia dell’arte e per la sua, personale. L’arrivo della sua collezione in Italia segnò, infatti, lo spartiacque tra il secondo conflitto mondiale e la rinascita che sognava in quel momento l’Europa e il mondo intero. La prima mostra fu di Picasso, poi la collezione Guggenheim, presente nel padiglione della Grecia, espose maestri dell’arte astratta e surrealista, sia europei che statunitensi. La collezione racchiudeva opere cubiste, surrealiste, astratte e rese quel padiglione il più completo e coerente sull’arte modernista mai presentato, fino ad allora, in Italia.

Peggy Guggenheim: I love Venice

Dopo l’esposizione alla Biennale, Peggy Guggenheim decise di acquistare Palazzo Venier dei Leoni sul Canal Grande, una stuttura di origine settecentesca mai terminata. É così che ebbe inizio la sua avventura italiana e, in particolare Veneziana. Nel 1949 inaugurò il museo con una mostra di scultura contemporanea e l’anno successivo organizzò la prima personale di Pollock in Europa, nell’Ala napoleonica del Museo Correr di Venezia. Nel corso degli anni Peggy continuò ad acquistare opere di numerosi artisti, sostenendo anche quelli più giovani e interessanti. Nel 1969 il Museo Solomon R. Guggenheim di New York la invitò ad esporre la sua collezione. L’anno seguente lei decise di donare il palazzo e nel 1976 la collezione divenne della Fondazione Solomon R. Guggenheim, a cui ancora oggi appartiene.

Fino ala fine dei suoi giorni, Peggy Guggenheim aprì la sua casa al pubblico per far godere a tutti delle opere. Dopo la sua morte, avvenuta il 23 dicembre 1979, in giorni in cui Venezia veniva minacciate da violente piogge torrenziali, la casa divenne un museo. La collezione Peggy Guggenheim di Palazzo Venier è ancora oggi uno dei maggiori musei di arte moderna al mondo.

L’eredità di Peggy Guggenheim

Le ceneri di Peggy riposano nell’angolo del giardino di Palazzo Venier dei Leoni a Venezia, vicino ai suoi amati cani, i Terrier Lhasa Apso. Possiamo dare un ordine agli eventi che hanno caratterizzato la vita di Peggy Guggenheim. Dare un inizio e una fine alla vita stessa. Ma ciò che è accaduto nel mezzo, l’amore che lei ha riservato all’arte, la filantropia che l’ha accompagnata e guidata fino alla fine del viaggio, la rendono al di sopra del tempo che ha vissuto, degli spazi che ha occupato. Anche lei ha contribuito a costruire quell’exegi monumentum di cui scriveva Orazio:

Ho innalzato un monumento più duraturo del bronzo
e più elevato della mole regale delle piramidi,
che non la pioggia corrosiva, non l’Aquilone impetuoso
potrebbe distruggere o l’innumerevole

serie degli anni e la fuga dei tempi.
Non tutto morirò e molta parte di me
eviterà Libitina: continuamente io crescerò
mantenuto in vita dalla lode dei posteri […]

Orazio, Odi III 30 (Hor. Carm. III 30)

Giorgia Lanciotti

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