Premio Oscar come attrice non protagonista nel 2008, ambasciatrice Chanel, attivista per l’ambiente (ha posato più volte per PETA): tutto questo e molto altro è Penélope Cruz.

Icona del cinema spagnolo

Guardando Penélope Cruz non si può non notare la sua bellezza. Non una bellezza scontata, canonica, ma indubbiamente intensa, giocata tutto su uno sguardo dalla profondità penetrante. Tutto il suo corpo è l’espressione più alta di quel fascino latino che fa girare la testa a uomini e donne.

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Penélope Cruz e Javier Bardem. Fonte: web

Non è un caso, allora, che la carriera di Penélope Cruz sia iniziata come modella per poi sbocciare, giovanissima, in alcuni film spagnoli. Film che le danno modo di mescolare la sua sensualità innata all’innocenza dell’età.

Debutta sul grande schermo nel 1992 con Prosciutto Prosciutto, di Bigas Luna, in un ruolo già controverso per il quale riceverà la prima candidatura ai Premi Goya. Primo film e primo incontro con quello che diventerà suo marito, Javier Bardem: nel film lei è la figlia di un’ex prostituta (Anna Galiena), lui il magazziniere che la seduce.

Il film unisce al dramma un certo sapore erotico, elementi questi che saranno la cifra stilistica della Cruz in tutta la sua carriera. Se ne accorge presto anche Pedro Almodovar, forse il regista che più ha saputo valorizzare tutte le sfumature della donna. Dalla prima piccola parte in Carne trémula, Penélope Cruz interpreterà ben 6 film del regista spagnolo, in un crescendo di bravura.

Tutto su mia madre (1999), che le dona successo e fama, Volver (2006), Gli abbracci spezzati (2009), Gli amanti passeggeri (2013), fino all’ultimo acclamatissimo Dolor y Gloria al fianco di Antonio Banderas.

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Penélope Cruz in Tutto su mia madre. Fonte web

Una stella di Hollywood sedotta dall’Italia

Non solo Almodovar, non solo il cinema spagnolo. Nel 1997 interpreta Sofia in Apri gli occhi, di Alejandro Amenàbar, ruolo che riprende anche nel remake americano del 2001, Vanilla Sky. L’approdo a Hollywood, però, c’era stato già l’anno prima con la partecipazione alla commedia Per incanto o per delizia. Ma è con Blow che Penélope Cruz conquista definitivamente tutti. Nel film, basato sulla storia vera del trafficante di droga George Jung, è la moglie di Johnny Depp e la sua è un’interpretazione – e una bellezza – magnetica.

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Blow – Fonte web

Si trova al fianco di Nicholas Cage ne Il mandolino del capitano Corelli ma soprattutto di Tom Cruise nel già citato Vanilla Sky. Nel 2008 l’incontro con Woody Allen le fa conquistare l’ambita statuetta come migliore attrice non protagonista per Vicky Cristina Barcellona. Di nuovo al fianco di Javier Bardem, la Cruz è strabiliante nei panni dell’ex moglie dell’intrigante Juan Antonio: un mix di intensità interpretativa ed esplosione erotica. Indimenticabile, poi, la scena della camera oscura con Scarlett Johansson.

Penélope Cruz si districa bene in tutti i generi, dalla commedia al dramma, dal blockbuster al musical senza mai perdere un colpo. Passa infatti da Nine, film di Rob Marshall ispirato all’omonimo musical di Broadway (a sua volta ispirato a 8 e mezzo di Fellini) a Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare. Ritrova Woody Allen nel flop To Rome with love e si avventura nel giallo investigativo con Kenneth Branagh in Assassinio sull’Orient Express.

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Vicky Cristina Barcellona – Fonte web

Ma non potevamo non citare i due film italiani che la vedono protagonista e che sono due tra i migliori drammi del cinema nostrano: Non ti muovere e Venuto al mondo. Entrambi per la regia di Sergio Castellitto ed entrambi trasposizioni dei romanzi di Margaret Mazzantini (sua moglie). In Non ti muovere, la Cruz è Italia, una ragazza di origini albanesi vittima di costanti abusi da parte di Timoteo con il quale instaura un rapporto disturbato ma intenso.

Venuto al mondo, invece, la vede protagonista di un amore profondo che si muove tra l’Italia e Sarajevo durante la guerra. Un viaggio tra le nazioni che è soprattutto introspezione e scoperta, voglia di maternità e impossibilità fisica di ottenerla. Penélope Cruz, accanto a Emile Hirsch, è come sempre perfetta nel cogliere le piccole sfumature del dramma di una donna.

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Non ti muovere – Fonte web

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