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Penny Black, nasce il primo francobollo al mondo

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Nato il 6 maggio del 1840, parliamo del primo francobollo della storia: il Penny Black. Emesso a Londra, è considerato il numero uno nella filatelia mondiale. Ogni collezione che si rispetti, deve averne almeno un esemplare. Il Penny Black, dal momento in cui viene emesso, cambierà il mondo della comunicazione mondiale. Un prestigioso francobollo, da tramandare di generazione in generazione, per ogni collezionista che si rispetti.

Il Penny Black venne ideato da Rowland Hill e fu emesso per conto del Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda. Sul celebre francobollo, l’effige di una delle sovrane più importanti del mondo, la Regina Vittoria. Il Penny Black ebbe una validità di emissione dal 1840 fino al 1855. E fu il progetto finale, di una delle più importanti riforme nel mondo della comunicazione del mondo. Come nasce il concetto di francobollo?

La riforma del “Post Office Reform”

penny black-credits: focusjunior.it
credits: focusjunior.it

Prima del Penny Black, il mondo postale funzionava secondo altri meccanismi. Infatti l’onere della spedizione era a carico del destinatario, senza impedire a qualsiasi mittente di poter pagare al momento della spedizione. Ma spesso, in caso di impossibilitato pagamento da parte del destinatario, le poste erano costrette ad assumersi la spesa di spedizione, incappando così in frequenti perdite economiche. Il 13 febbraio del 1837, il politico inglese Rowland Hill, portava la firma di un progetto rivoluzionario. La “Post Office Reform“.

Infatti, tramite questa riforma che entrò in vigore nel 1840, con l’emissione del primo Penny Black, si assisteva ad una rivoluzione nel mondo postale. Secondo il politico Rowland Hill, il mittente doveva pagare un penny, da qui il nome del primo francobollo, per affrontare la spesa di spedizione dentro i confini nazionali del Regno Unito. A testimoniare l’avvenuto pagamento, un sigillo adesivo, creato dallo Stato stesso ed apposto sul retro delle lettere. Così nasce il francobollo. Un concetto oggi tanto scontato e anzi trapassato, vista l’era digitale che stiamo vivendo. Ma che in realtà, non solo fu rivoluzionaria per il mondo della comunicazione, ma conserva ancora un fascino d’altri tempi per molti, collezionisti e non.

a cura di Chiara Bonacquisti

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