Come lo immaginate un’artista di strada?
Ognuno di noi ha una sua idea.
Chi sta al semaforo in equilibrio su una ruota con le sue palline a farle girare, chi ad una festa di paese a disegnare qualcosa sul pavimento.
Personalmente l’artista di strada lo immagino come un giramondo con la sua chitarra e negli occhi la voglia di viversi ogni giorno la sua vita a pieno, senza l’idea di dover rendere conto a nessuno.
Quel giorno partii con il mio treno dalla Metropoli alle 22.27 spaccate.
Arrivammo ad una stazione e salì l’uomo che mi insegnò per 10 minuti cosa fosse la vita.
Lo descrivo: un uomo sulla cinquantina, cappellino da baseball in testa , pantaloncini, ciabatte tipo crocs e cappotto invernale lunghissimo.
In tutto ciò aveva con se una chitarra.
Mi venne incontro per chiedermi il biglietto che lo avrebbe portato all’aeroporto.
Io glielo feci e dopo, vedendolo, non riuscii a trattenermi nel chiedergli qualcosa.
Iniziammo a parlare e gli chiesi dove avesse acquistato quella chitarra.
Mi rispose in inglese e mi disse: ”L’ho comprata a Milano, e l’ho pagata pochissimo. Solo 100€”.
Gli chiesi se potesse, senza impegno, suonare qualcosa per me e senza esitare sfoderò la sua chitarra dalla sua custodia .
Fu molto scrupoloso; iniziò a toccare sugli accordi. Fece un paio di prove e poi iniziò.
Personalmente non avevo mai sentito quelle canzoni quindi presumo fossero sue.
Suonò per 10 minuti.
Dopodiché tornammo a parlare.
Notai che sulla chitarra c’erano degli adesivi che riportavano un nome: “PEARL”.
Gli chiesi:” Pearl è il tuo nome?”
Mi rispose:”no, il mio nome è Carl”
Di nuovo replicai: ”E chi è Pearl?”
“Pearl is my woman”
Lo disse con un inglese talmente affascinante che mi sento di riportarlo così come lo disse lui a me. In più approfondì dicendomi:”non la vedo mai, ma quando suono penso sempre a lei”.
Rimasi affascinato a questa frase.
Cazzo mi disse una frase bellissima.
Vera soprattutto, anche perché che motivo avrebbe avuto di dirmela.
Gli chiesi perché non la vedesse mai e lui mi rispose che era una persona che viaggiava molto.
Lui era nato in Olanda 52 anni fa.
Aveva girato tutto il mondo sempre con una chitarra. Quella non poteva mai mancare.
Mi raccontò che cosa fece durante i suoi viaggi.
Credo che lui capii che io lo guardai affascinato. D’altronde come non si fa a rimanere affascinati da un’ artista di strada.
Un vero artista di strada
Concludendo il nostro gli chiesi:” ma adesso che arrivi in Aeroporto, quale sarà la tua prossima destinazione?”
“ Non lo so!! Domani mi sveglio e vedo dove andare”.
Di getto pensai che mi stesse prendendo in giro .
Poi razionalizzando mi convinsi che non scherzò per niente.
Ci salutammo e piano piano scomparì prendendo le scale mobili che portavano al piano di sopra.
Chris, credo che si chiamò così, io non so in quale parte del mondo sarai domani, ma ovunque andrai ti faccio il mio più grande in bocca al lupo. Proprio come si fanno agli amici.
Perché io da quel giorno ebbi un amico in più.
FRANCESCO Sergio