Perché Hamas attacca Israele

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Di Alessia Spensierato

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha affermato che il suo Paese si sta “imbarcando in una guerra lunga e difficile“, imposta dal movimento palestinese Hamas, che ha compiuto un attacco senza precedenti in territorio israeliano. Al momento sono morti almeno 300 israeliani e 232 palestinesi mentre i feriti solo più di 1500. In un messaggio pubblicato sul suo account X, Netanyahu ha affermato che la guerra “ci è stata imposta da un attacco omicida di Hamas“. La prima fase della guerra, scrive Netanyahu, prevede la “distruzione della maggior parte delle forze nemiche” che si sono infiltrate in Israele e hanno ucciso civili e soldati. Israele ha anche lanciato un’offensiva a Gaza “e continuerà senza esitazione e senza tregua, fino al raggiungimento degli obiettivi”, ha aggiunto. 

“Il bilancio delle vittime del massiccio attacco del gruppo terroristico Hamas contro Israele è salito a oltre 250 morti”.

Lo scrive The Times of Israel, citando funzionari medici, precisando che “il bilancio potrebbe continuare a salire. I feriti sono almeno 1.450, molti dei quali gravi”.
Nella Striscia di Gaza sono almeno 232 le persone uccise e 1.650 quelle ferite negli attacchi aerei di rappresaglia israeliani.

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha chiesto ai palestinesi di “lasciare Gaza” e ha promesso di ridurre i nascondigli di Hamas a delle “rovine”. “Ci vendicheremo con Hamas per questa giornata nera”, ha detto il premier in un discorso alla nazione nel quale ha ribadito che “l’esercito userà tutto la sua forza per scalzare Hamas, li colpiremo ovunque“. “Quanto accaduto oggi non si era visto in Israele e farò in modo che non accada di nuovo”. Secondo il premier “sarà una guerra per la quale occorrerà tempo, sarà difficile, giorni di sfida sono davanti a noi”. Poi ha ammonito Hamas a “non torcere un solo capello agli ostaggi a Gaza”. “Voi – ha aggiunto rivolgendosi a loro – fate parte della catena degli eroi di Israele e siamo tutti con voi”.

Nuova salva di razzi nella zona centrale di Israele e su Tel Aviv dove sono risuonate a lungo le sirene di allarme. Numerose le esplosioni in cielo per l’intercettamento dei razzi da parte dell’Iron Dome.

Cos’è e come funziona Hamas

Fondato nel 1987 dallo sceicco Ahmed Yassin durante la prima rivolta (o Intifada) palestinese, Hamas è un movimento politico religioso che è nato nel solco dei Fratelli musulmani, con cui condivide l’ideologia islamista sunnita. Il nome è l’acronimo Harakat al-muqawama al-islamiyya, che significa movimento di resistenza islamica.

Organizzazione terroristica. Hamas è l’acronimo Harakat al-Muqawama al-Islamiyya, Movimento Islamico di Resistenza, conosciuto per la sua natura islamista, sunnita e fondamentalista. È suddiviso in un’ala politica, che governa la Striscia di Gaza dopo la sua vittoria alle elezioni legislative del 2006, e un’ala militare chiamata Brigate Ezzedin al-Qassam: entrambe vengono considerate organizzazioni terroristiche da vari Paesi occidentali, tra cui Stati Uniti, Unione Europea, Canada, Giappone e Israele. Gli obiettivi di Hamas, come indicati nella sua carta costitutiva, includono la “guerra santa” come unica soluzione alla questione palestinese, cercando il ritorno dell’intera Palestina ai confini del 1948, includenti l’attuale stato di Israele. Nel corso degli anni, alcune posizioni di Hamas si sono ammorbidite, accettando uno stato palestinese nei confini del 1967, pur senza riconoscere lo Stato ebraico. Hamas riceve significativi finanziamenti dall’Iran, ma anche da Arabia Saudita, Qatar e altri paesi

I militanti di Hamas rifiutano di riconoscere lo Stato di Israele (secondo la carta costitutiva dell’organizzazione, andrebbe distrutto) e sono stati i protagonisti di quasi tutte le azioni che negli ultimi due decenni hanno alimentato il conflitto con Tel Aviv, in particolare attraverso il braccio armato chiamato Brigate Ezzedin al-Qassam. 

Hamas, che nel 2004 ha perso la guida di Yassin, ucciso da un attacco israeliano, si oppone alla politica più moderata di Fatah, l’altro grande movimento politico palestinese guidato da Mahmoud Abbas, che è anche a capo dell’Olp, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina. 

Quando negli anni ’90 l’Olp ha siglato gli accordi di pace di Oslo con Israele, Hamas ha rifiutato tali accordi e ha continuato la sua azione di conquista del consenso nella Striscia di Gaza anche grazie a “investimenti sociali” in ospedali e scuole. Con il consenso, Hamas ha poco a poco imposto i principi della legge islamica, istituendo una “polizia morale” sul modello iraniano. 

Nel 2006, in seguito alle ultime elezioni tenute in Palestina, Hamas ha ottenuto di fatto il controllo di Gaza, mentre Fatah ha la sua roccaforte in Cisgiordania. È proprio a Gaza che dal 2022 si susseguono gli attacchi più sanguinari dell’esercito israeliano, che hanno provato decine di morti nel nome della lotta al terrorismo di Hamas. Ma non sono mancate anche vittime tra i palestinesi in Cisgiordania, dove da mesi si intensificano le occupazioni da parte dei coloni israeliani con il sostegno del governo di Benjamin Netanyahu. Coloni che sono al centro anche delle tensioni intorno alla moschea Al-Aqsa di Gerusalemme, il terzo luogo più sacro dell’Islam, dove nell’aprile scorso la polizia israeliana ha fatto irruzione in piano Ramadan. 

Sono dunque tre le possibili motivazioni dietro l’attacco. In primo luogo, l’azione potrebbe essere volta a sabotare i negoziati di pace in corso tra Israele e Arabia Saudita, in cui è coinvolta l’Autorità Nazionale Palestinese, indebolendo così il presidente Abbas e i suoi sforzi diplomatici. In secondo luogo, l’attacco potrebbe essere una tattica per rivivere la sensazione di orgoglio arabica emersa dopo la guerra dello Yom Kippur nel 1973, dimostrando che i palestinesi possono cogliere Israele impreparata. Infine, potrebbe essere una mossa per contrastare la crescente popolarità della Jihad islamica, un’altra organizzazione estremista palestinese che sta rubando consensi a Hamas, soprattutto in Cisgiordania.