Vi siete mai chiesti perché i politici non vadano in pensione? Io sì, tantissime volte.Ho 26 anni e da quando sono nata vedo sempre gli stessi volti.

Maurizio Gasparri, senatore in lizza Forza Italia, qualche giorno fa ha depositato una proposta di legge contro l’aborto, mettendo in discussione un diritto fondamentale per la nostra Repubblica.

Un atto gravissimo, che non solo rappresenta un passo decisivo di questo nuovo governo, ma un terribile segnale di repressione. Repressione di libertà che sapevamo in pericolo, ma che non pensavamo di dover tutelare così presto.

Ma facciamo un passo indietro dalle orribili vicende di queste ore.

Maurizio Gasparri, sessantasei anni, inizia la sua carriera politica quando diviene segretario provinciale del Fronte della Gioventù, negli anni Settanta. Nel 1983, diviene vicesegretario della stessa ed entra nella redazione del Secolo d’Italia, organo politico del MSI-DN. Nel 1992 viene eletto deputato con il Movimento Sociale Italiano – Destra nazionale.

Maurizio Gasparri è quindi presente nello scenario politico italiano da quarant’anni.

Il fulcro di questa riflessione parte dalla consapevolezza che in ogni lavoro sia presente un ciclo naturale, che ad un certo punto, culmina nella pensione e nel caso di alcuni lavori, in una forma di “insegnamento”.

Già, perché ritengo che sia necessario conservare e prendere atto dell’esperienza delle persone più anziane, tramutandole in mentori e risorse importanti per la società. Penso che il passato possa insegnare al presente, ma che allo stesso tempo, debba farsi da parte nel momento in cui si va incontro al futuro.

Ma continuiamo.

Ovviamente in questa breve lista di esempi non potevano mancare personaggi come Silvio Berlusconi, Umberto Bossi e Ignazio La Russa, rispettivamente ottantasei, ottantuno e settantacinque anni (e non sentirli), in pratica, l’età dei miei nonni.

Emma Bonino settantaquattro anni, seppur non rieletta, era stata presentata al Senato della Repubblica; Pier Ferdinando Casini, coetaneo di Gasparri, ha sessantasei anni e un passato nella Democrazia Cristiana: questa volta è stato eletto nelle liste del PD.

Il giovanilismo non c’entra, si tratta di temi. Temi e battaglie presenti da tanto tempo nel nostro scenario politico che non hanno trovato ancora una propria dignità.

Temi che ora come ora, rischiano di non continuare ad evolversi. La media degli eletti alla camera è di 49.5 anni; al senato di 55.

Come pensiamo di poter dare un futuro di innovazione a questo paese se l’innovazione è rilegata a stage non pagati e a tirocini insostenibili?

Nella mia esperienza personale, mi sono sentita tante volte dire che ero troppo giovane, che avrei dovuto continuare a fare “gavetta” fino a quando non avessi raggiunto l’età adeguata: ma chi decide qual è l’età adeguata?

Negli altri lavori si raggiunge l’apice a trent’anni, (o almeno si dovrebbe): perché in politica dovrebbe essere diverso?

Si tratta di un sistema radicato e indistruttibile ed anche la sinistra ne è un esempio.

Nomi come Gianni Cuperlo, Piero Fassino e tanti e tante altre, sono onnipresenti da più legislature.

I politici devono andare in pensione come chiunque altro, ed esserne felici, perché è anche così che fanno il bene del paese.

Non pensate che le idee antiquate siano spesso anche causa di persone “antiche”?