Persona 3 e Persona 4 Recensione | Persona 3 Portable e Persona 4 Golden sono FINALMENTE arrivati su Nintendo Switch. Non solo, ovviamente, dato che queste remaster sono disponibili anche sulle altre console di ultima generazione e su PC. Tramite GamePass, fra l’altro. Ciò detto, la nostra prova si è svolta su Switch. La console che a nostro avviso riesce meglio delle altre a non far pesare il genere JRPG ai giocatori.
Non è una sorpresa, sia Persona 3 che Persona 4 sono giochi di ruolo a turni figli di un’altra epoca e di tradizioni che, oggi, stanno iniziando a essere scardinate. Fra tutti, anche dai mostri sacri come Final Fantasy, Dragon Quest, Tales of. Però, la durata dell’avventura più che notevole, i ritmi lenti, la mancanza di alcune delle più recenti aggiunte quality of life moderne (che sono solo alcune delle “anzianità” di Persona 3 e 4) come dicevo sono in parte ammortizzate dalla portabilità di Switch.
Per il resto, entrambe le riedizioni meritano in primis di essere giocate anzitutto da coloro che non le hanno mai approcciate. In secundis, riscoperte da chi l’ultimo giro con “gli Stand” dei due capitoli lo ha fatto, magari, su PSVita. Parliamo del 2011: circa 12 anni fa. Se ricordate a memoria tutti gli avvenimenti e avete portato a termine le relative campagne più volte forse potreste soprassedere. Su Switch, per altro, le differenze grafiche pur presenti sono ridotte all’osso. Il voto che leggerete in calce tiene conto di questo, e del fatto che stiamo valutando e parlando di due rimasterizzazioni. I voti individuali ai due giochi originali sarebbero ben diversi. Dato che entrambi i giochi rappresentano due punti fermi nell’evoluzione del genere JRPG e le fondamenta sulle quali si edifica il capolavoro definitivo Persona 5 Royale.
PERSONA 3 e PERSONA 4 RECENSIONE | TESTATO SU NINTENDO SWITCH
(Disponibili anche per: PS5, PC, XBOX Series X|S)
VOTO: 8.5
+Prezzo budget per entrambe le esperienze
+Su Switch si godono al meglio e senza avvertire pesantezza
+Sono sempre due dei migliori JRPG di sempre
-Non si allontanano nemmeno tecnicamente dal gioco originale
Persona 3 e Persona 4 Recensione, una VITA fa
L’ultima volta è stata, letteralmente, una vita fa. Una PlayStation Vita, per la precisione, la console sulla quale ho provato per la prima volta Persona 4 Golden. Già all’epoca mi sembrò meraviglioso poter giocare a un titolo JRPG vasto, strutturato, bello sia durante le fasi di gameplay che, forse soprattutto, mentre dipanava la storia con quei filmati in stile anime di grandissima qualità. Me ne innamorai perdutamente, desiderando di poter recuperare le precedenti installazioni della serie. O, almeno, Persona 3: un altro capitolo eccezionale della sequenza nata dalla costola del ben più conservativo e classico Shin Megami Tensei. Non riuscii mai nel mio intento, complici difficoltà varie a reperire il gioco, mancanza di tempo e altre scuse che sarebbe inutile snocciolare in questa sede. Oltretutto, Play Station Vita morì tanto prematuramente da lasciarmi scosso quanto bastava per allontanarmi definitivamente dal mio proposito.
Poi è arrivata la Nintendo Switch. La console perfetta per chi come me adorava la Vita e le sue meravigliose possibilità. Già allora abbastanza “ibridanti” per le realtà di console fissa (performante) e console portatile. La piccola della casa di Kyoto si è rivelata esattamente quel che speravo. Una console perfetta per portare a termine in relativa scioltezza, quindi a puntate, i giochi più longevi e altrimenti pesanti che affollavano il mio backlog. Sempre che fossero disponibili, certo. Solo che la serie di Persona, una di quelle che agognavo terminare nonostante il tempo passato dal mio completamento di Persona 4 Golden, ancora non era atterrata su Switch. Non c’erano garanzie che ci sarebbe mai riuscita peraltro. Molti sviluppatori di terze parti hanno faticato molto prima di comprendere dove mettere le mani per far funzionare al meglio trasposizioni efficienti dei loro titoli.
Persona 5 Royale ha dissipato i miei dubbi sciogliendoli come neve al sole. Joker e compagni erano e sono più giocabili, belli, forti che mai nonostante le “limitazioni tecniche” tanto decantate da molti come insuperabili nei primi vagiti di vita della Nintendo Switch. Se fossi più egocentrico potrei quasi pensare che i miei desideri siano stati esauditi da qualche entità superiore. Perché con Persona 5 Royale la porta verso il mondo di Persona si spalancò definitivamente, fino a oggi. Il giorno in cui vi sto scrivendo di quanto siano meritevoli ed entusiasmanti ancora oggi Persona 3 e Persona 4 in questa recensione.
I limiti sono quelli che già state immaginando, e se non fosse: parliamo di titoli con decenni sulle spalle, che se nel momento della loro release si erano imposti come “rivoluzionari” (il che è comunque opinabile nonostante la loro indubbia validità) oggi sono “invecchiati bene”, ma pur sempre invecchiati. Specialmente su Nintendo Switch, che nonostante tutto resta chiaramente inferiore a Xbox Series e Play Station 5, per non parlare del PC. Interessanti e ben ponderate le modifiche “quality of life”, che riguardano principalmente il più anziano tra i due: Persona 3. Il quick save, in particolare, integra con successo il metodo di salvataggio precedentemente usato in Persona 3, che vincolava il giocatore in maniera significativa e avrebbe inficiato non poco la fruibilità in tempi moderni di Persona 3. A parte questo, le modifiche strutturali si contano sulle dita di una mano. Ma forse è meglio così.
Solo se come me sentite che il peso dell’esperienza “agè” può essere sopportato più facilmente vedendola come uno zaino, da appoggiare quando siamo stanchi e riprendere nel momento del bisogno esattamente come lo avevate lasciato, allora i “nuovi” Persona 3 e 4 su Switch sono davvero imperdibili. Altrimenti, pensate che sono disponibili anche su Game Pass, perciò su PC, con un esborso ancora inferiore a quello già basso del gioco acquistato a sé stante. In ogni caso, da amanti del genere JRPG non credo potrete pentirvi di aver iniziato, o ri-iniziato, nessuna delle due Remaster.
E Persona 1 e 2? | Nel caso ve lo steste chiedendo, ovviamente esistono sia Persona 1 che Persona 2. I loro reali titoli sono Revelations: Persona (1996, PS1) e Persona 2: Innocent Sin (1999, PS1). Tuttavia, se da loro vi aspettaste dei veri e propri precursori dei capitoli oggetto della recensione di oggi, o del capolavoro definitivo (per ora) Persona 5 sareste fuori strada. Entrambi nacquero come spin off di Shin Megami Tensei, rielaborandone le tematiche per trasformarle in qualcosa di più “pop” e meno “sacrale” di quanto non fosse la serie originale.
Tuttavia, è solo con Persona 3, in origine denominata Shin Megami: Persona 3, che le carte in tavola furono mosse per davvero. L’iconica commistione con il genere Life-Sim nasce infatti proprio con Persona 3. Lasciando a Revelations: Persona e Persona 2: Innocent sin il ruolo sì di “antenati”; ma con fin troppe somiglianze, anzi, con nessuna differenza ludica rispetto a Shin Megami Tensei.