Ufficializzato il 6 giugno Simone Di Battista è il nuovo responsabile dell’area tecnica del Piacenza Calcio. In un’intervista rilasciata a Radio Piacenza 24 ha chiarito come cambierà la squadra e quali criteri dovrà soddisfare il nuovo allenatore, senza scendere mai troppo nei dettagli. Noi invece lo abbiamo fatto e vi proponiamo il possibile volto del nuovo Piacenza.
“Come la scelta dei giocatori sarà funzionale al progetto di gioco, così anche quella dell’allenatore.”
Frase che racchiude il progetto che ha intenzione di realizzare Di Battista con i biancorossi. La squadra che giocherà il prossimo campionato di C dovrà essere, ovviamente, imperniata sulle idee dell’ex Fiorenzuola. Inoltre mostrerà una continua propensione all’attacco, che ha da sempre contraddistinto le società in cui vi era Di Battista. Il modulo che meglio sposa questo tipo di calcio è il 4-3-3, utilizzato da Gabbiani la scorsa stagione, e ricercato nel futuro allenatore. Analizzando un po’ di gare del Fiorenzuola, possiamo notare come terzini ed esterni sfruttano al massimo le corsie esterne. In fase offensiva, gli attaccanti diventano quattro, con un supporto proveniente dal centrocampo che tende a muoversi dietro l’attaccante centrale. La centralità del gioco è concentrata sull’attacco senza dimenticarsi mai della difesa, che continua a mantenere la sua solidità. Infatti, la scorsa stagione, quella del Fiorenzuola è stata la seconda difesa meno battuta con soli 27 gol subiti.
Vincenzo Manzo, il profilo perfetto per il Piacenza
La voce che Vincenzo Manzo siederà sulla panchina dei piacentini la prossima stagione sta diventando sempre più forte. Nonostante un pregevole curriculum, proveniente dalle gloriose prestazione fatte vedere a Legnano, l’allenatore è nel mirino dei biancorossi per altro. Ciò che ha colpito Di Battista è principalmente l’idea tattica, affine alla sua: propositiva e costruita su un 4-3-3. L’analogia, come scritto prima, è voluta e verrà ricercata anche nella scelta dei futuri interpreti che daranno vita al progetto, nel tentativo di creare un gruppo quanto più omogeneo possibile. L’omogeneità, il gioco propositivo e il forte legame con le linee societarie presentano un Piacenza rivoluzionario, pronto a mostrare un calcio moderno e inaspettato per gli scenari a cui ci ha abituati la Lega Pro.