Il film-documentario di Laura Pausini ha come colonna portante quel Festival di Sanremo che vinse a 18 anni con il singolo “La Solitudine” nella categoria Novità.
I sogni piu belli sono quelli che riescono a uscire fuori dal cassetto, fu proprio cosi per Laura, il sogno di una bambina che voleva cantare e di certo il diventare famosa non faceva parte dei piani. La cantante romagnola dice sul palco di un cinema romano con tailleur smerlando davanti a una platea di giornalisti:”Forse perché sono nata in un piccolo paese, in altri tempi“, sarà stato il destino che ha voluto che quella bambina di nome Laura Pausini, che faceva i compiti di notte nella cucina di casa di Solarolo, che improvvisamente scattava in piedi e cantava col righello usato come microfono, diventasse famosa.
Piacere di conoscerti, il film documentario di Laura Pausini disponibile su Prime Video da oggi
Dopo tanta resistenza finalmente la cantante ha deciso di fare un film-documentario su di lei, o più precisamente quella specie di sliding doors che è stata e tutt’ora è la sua vita. “Piacere di conoscerti“ è il titolo del film nato da un’idea della star, raccontando l’intento del documentario con varie scene importanti per lei, nella sua quotidianità. Una scena è quando aiuta la figlia di nove anni Paola a fare i compiti, un’altra è quando torna a Solarolo e si vede con le sue amiche che le parlano ancora come se fossero ancora a scuola e con loro fa i balletti “sincronette”, oppure quando gira in auto (la sua di un tempo) per le stradine di Solarolo o di Faenza dove frequentava l’istituto d’arte.
Il documentario è diretto da Ivan Cotroneo , Monica Rametta e la stessa Pausini, prodotto da Endemol Shine Italy. E’ disponibile da oggi 7 aprile su Prime Video in ben 240 Paesi. Il film ha come fulcro quel Festival di Sanremo che lei, allora diciottenne, vinse con La solitudine, Categoria Novità. Pippo Baudo la accarezzava, Lorella Cuccarini la trattava da regina. E lei piangeva. “Mamma, babbo, che si fa quando si diventa famosi?”. Eppure, “non sognavo di diventare famosa”.
Il film si sdoppia con due parti di sé: Laura A e Laura B
Il film si sdoppia con due parti di sè. La prima è Laura A, quella degli anni 70 con milioni di dischi del Grammy Award “ero sola, cenai con un hamburger in camera, fu il cameriere a portarmi lo champagne” del Golden Globe degli Academy Awards. Questa Laura è famosissima, nonostante questo la madre la corregge ancora per via dei suoi “cioh” nelle interviste in televisione. La seconda invece è Laura B, quella che va a Sanremo ma non vince, quella che torna a Solarolo, mette su una bottega di ceramiche e di sera canta al pianobar.
Laura B ha un figlio di nome Marcello nominato cosi perché è lo stesso nome del fratellino che i genitori della cantante hanno perduto, lei era la “figlia del miracolo”. Laura A d’altra parte canta al pianobar dagli 8 ai 18 anni: “Passai i giorni di Sanremo a chiedere autografi ai big. Quando tornai il babbo, che coi sogni era più avanti di me, mi disse: adesso facciamo che questa casa diventa il tuo fan club. È tutto talmente come prima che sembro già morta“. Nel film compare anche la ritrovata scatola che lei fece da bambina, un tuffo al cuore: “Fortuna, destino scritto, tutto serve, ma può durare un anno. Io so l’impegno che ci ho messo e quando rivedo le immagini di Sanremo nel film mi commuovo ancora. Però con questo film dico che la realizzazione non dipende da premi, privilegi, soldi. Ho capito la mia forza molto presto: è il carattere. Potevo fare tante cose e la parte artistica era quella che mi affascinava di più. La ceramica, Architettura a cui mi sarei iscritta. E magari diventare la prima donna romagnola a cantare al pianobar”.
“Chi ha detto che in uno stadio si canta meglio?”
Il momento più emblematico del film è quando Laura Pausini canta Destinazione Paradiso in una trattoria, e non era ancora famosa e dopo a San Siro da star. Commenta dicendo: “Chi lo ha detto che in uno stadio si canta meglio?”, se lo dice lei le crediamo. La scena passa a Laura B, che invece è single dicendo “Cotroneo mi aveva proposto di essere divorziata, ma io prima di lasciare Solarolo avevo idee un po’ conservatrici”, dopo è partita ma come dice lei stessa, torna sempre con la mente anche dopo 29 anni di carriera. L’ultimo appello è rivolto alla produzione e la dice lunga sul carattere di Laura: “Il 16 maggio compio 48 anni: vorrei le scene tagliate delle chiacchierate con i miei genitori” nella casa di Solarolo.
Valeria Muratori