Picasso e Modigliani: intervista a Pier Paolo Palma
C’è un soggetto che più di ogni altro ha permesso ai grandi Artisti di imprimere nero su bianco tutta la propria creatività: l’amore. Amori travolgenti, passionali, tempestosi. Come gli amori di due grandi pittori: Picasso e Modigliani. Amedeo Modigliani, giovane elegante venuto dall’Italia, che si atteggiava con aristocratica superiorità e sdegnosa superbia nei confronti di Pablo Picasso, che da parte sua non ne amava l’esuberanza, biasimandone gli eccessi e la dipendenza dall’alcol. Ma… cosa c’è oltre questa apparenza? Oltre la storia che è già stata raccontata?
Lo abbiamo domandato a Pier Paolo Palma, giovane autore e regista dello spettacolo Picasso vs Modigliani, che ha debuttato nel 2019 all’interno di Benevento Città
Spettacolo Teatro. Noi di Metropolitan Magazine lo abbiamo intervistato per voi.
MM : Modigliani e Picasso: invenzione, fantasia o entrambe le cose nella tua pièce?
P.P.P. : Beh, il lavoro di documentazione è durato circa un anno. Non amo prendermi delle libertà dalla storia che voglio raccontare, il periodo francese di Modigliani e Picasso aveva già tutti gli elementi narrativi che cercavo: tragedia, passione, incubi, ambizione, fame. Ho cercato di rispettare gli avvenimenti storici per quanto possibile.
MM : Come hai deciso di raccontare queste due figure e come le hai rese entrambe protagoniste?
P.P.P : Mi sono chiesto come si specchiasse Picasso negli occhi di Modì. La libertà creativa che mi sono preso è stata chiedermi quanto un genio come Picasso si sentisse “minacciato” da Modigliani, dove si sfiorassero le loro fragilità, dove il desiderio di affermazione lasciasse il posto ad una reale umanità. Di cosa parlavano al Bateau-Lavoir, o nei Cafe di Parigi? Quanto sono amici due attori, se il copione non prevede secondi ruoli? Fondamentali inoltre sono stati, nel racconto, Guillaume Apollinaire e Max Jacob, che mi hanno permesso di aggiungere colori e sottotrame al copione.
MM : Hai scelto di guardare (raccontare) dal punto di vista di uno dei due personaggi?
P.P.P. : Scrivere questo testo è stato un lento esercizio di calibrazione. Picasso era ovunque: nelle ricerche, negli articoli, nei saggi. Modigliani era un’ombra che si muoveva tra le parole che cercavo di schiacciare. Quando ho deciso di confrontarmi con quella patina di lontananza, di mistero, che lo avvolge da sempre, il personaggio si è definito chiaramente. Credo che Amedeo avesse dalla sua un incredibile talento e la voglia di vivere quegli anni di rivoluzione artistica in pieno, conscio di avere un tempo nettamente inferiore rispetto agli altri. È un uomo inseguito dall’orrore della morte e in qualche modo ha scelto di sfidarla.
Picasso è molto più netto, i suoi sono passi precisi nel mondo dell’arte. Ho cercato di essere imparziale, la storia è raccontata dai due pittori, ma perso nelle mie contraddizioni alla fine mi sono tradito e appare chiara anche al pubblico di quale storia si parli.
MM : Le donne, le muse di Modigliani e quelle di Picasso. Le hai raccontate nella tua opera?
P.P.P. : Ovviamente, le donne dei due artisti hanno un ruolo fondamentale, ma non sono solo le compagne di vita di Picasso e Modigliani ad aver influito sulle loro fortune: come non citare l’immensa Gertrude Stein, che come abbiamo cercato di raccontare nello spettacolo, è stata un faro nella cultura del periodo. Per necessità narrativa, tra le muse dei due pittori mi sono soffermato solo su Fernande Olivier e Jeanne Hébuterne.
Fernande (di cui ammetto di aver divorato il suo “Picasso e i suoi amici”), nello spettacolo mi ha permesso di offrire una risposta a Picasso. Se è vero che le donne di Pablo hanno avuto destini terribili, Fernande nella pièce ha la forza di sovvertire l’ordine delle cose, riconquistare una sua piena dignità umana e vincere il suo carnefice. Fernande sfiora il baratro, ma ha la forza per non caderci dentro.
Jeanne è la parte più pura di Modigliani, non ne legge l’abisso, si fa trascinare dentro perché decide che l’unico modo di appartenergli è accompagnarlo fino alla fine. Ecco, forse il suo tragico epilogo è stato il passaggio più difficile da scrivere, obbligandomi a violare un rispetto verso il dolore che cerco sempre di mantenere.
MM : Qual è la differenza maggiore, a tuo parere, tra l’arte di Picasso e quella di Modì?
P.P.P. Credo che diventerebbe un discorso troppo lungo, si perderebbe su concezioni di spazio e tempo; posso dire però quale elemento li ha uniti, come racconta lo spettacolo: l’arte africana.